Verso i 90 anni dell'Auxilium
Quattro incontri per ricordare il passato e definire il cammino di fronte alle nuove urgenze
Covid, no-vax, greenpass, incendi, clima, Afghanistan, rave party, terremoto, omicidi, incidenti gravi, sbarchi e migranti, chiacchiericci politici e pseudopolitici tanto per apparire almeno una volta al giorno in tv o sui giornali, caldo reso sempre più fastidioso da annunci allarmanti, senza tener conto di tutto ciò che sfugge alla rete delle informazioni.
Eppure, nonostante tutto, le vacanze per molti ci sono state! Bene così! Ma occorre chiederci se tutte le questioni che stanno facendo la storia di un pianeta sempre più sconvolto sono in qualche modo presenti nelle nostre teste o se invece, come gli struzzi, abbiamo la testa tuffata nelle sabbie mobili di un futuro che non interessa, di una indifferenza col gusto dell’individualismo, del “si salvi chi può”, dell’ognuno per sé.
Cerchiamo di non farci del male e di guardare il bicchiere mezzo pieno e pensare che dopo l’arsura estiva può arrivare un poco di aria fresca, un’aria respirabile che soffia verso la speranza.
Di speranza per il pianeta si legge nel titolo della prossima Settimana Sociale dei Cattolici (Taranto, 21/24 Ottobre) e se ne parla nei salotti buoni di questa nostra chiesa che ancora una volta è sollecitata a rifare la storia.
Verso il pianeta che speriamo (confidando nel Cielo) o verso il pianeta che ci impegniamo a custodire, a coltivare, a rendere più sostenibile soprattutto per permettere ad ogni uomo di sperare in una vita umanamente sostenibile e dignitosa? Si tratta di non fare tante parole ma di mettere mano alla responsabilità per una storia che abbia il gusto dell’umanità, dell’amicizia sociale. Non è possibile essere nella storia e non fare storia e pur sempre siamo nel mondo anche se non siamo (non dovremmo essere) del mondo. Storia passata, magari vissuta e studiata; storia presente e futura che dobbiamo interpretare da protagonisti e non da spettatori.
Parlando di storia, non è lungo il passo che ci porta a considerare la storia di Fondazione Auxilium.
Come noto quest’anno ricorrono i suoi 90 anni. Una storia ricca di passato remoto e recente.
Quante azioni, quanti progetti, quante persone si sono affaccendate a favore di chi era e di chi è oggi nel bisogno. Azioni il più delle volte innovative, spesso ripetitive ma sempre e comunque dove si girava la storia della povertà. Ricordo una vecchia massima: il futuro è di chi ha un passato! La testimonianza del passato può stimolare la nostra passione per il presente e per il futuro. Se il momento storico attuale non ci piace, se sembra sempre più lontano da Dio e dagli uomini, tocca a noi fare la storia. Auxilium può fare la sua parte. Certamente consolidando tutto quanto deve essere fatto per le persone più fragili, escluse, disperate, alla deriva. Ma oggi è soprattutto chiamata a offrire il suo contributo per dare senso e speranza a questo cambiamento d’epoca. Una attenzione globale ispirata a quel “tutto è in relazione” che ci viene ricordato nella Laudato si’.
Non possiamo più considerare la nostra missione in maniera unidirezionale: da noi al povero. Questo significa assistenza! Nostro compito oggi è quello di contribuire alla riedificazione di città inclusive, conviviali dove l’amicizia sociale sia il terreno in cui possa fiorire una vita bella per tutti. Attenzione agli ultimi ma anche ai penultimi ed anche ai primi perché il pianeta (di tutti) ha bisogno del bene che ognuno può portare.
Tanti anni fa, nel secondo dopoguerra, Auxilium contribuì non poco a ricostruire la città: oggi è chiamata a ricostruire l’uomo! Uomini e donne che possono dare un volto nuovo alla città dove la marginalità, purtroppo persistente nonostante il “progresso”, possa una volta per tutte essere messa ai margini, con pazienza e dialogo! Necessità, urgenze ed emergenze possono trovare speranza solo se considerate e vissute non come impegno di aiuto ma come motivo di cambiamento personale e sociale per il pianeta che vogliamo.
Solo per fare un esempio: uno degli impegni di Auxilium sarà quello di potenziare la collaborazione con l’Università. Purtroppo la pandemia ha fermato alcune esperienze orientate a costruire nuove relazioni e nuove amicizie attraverso percorsi formativi e pratici (laboratori teatrali) che hanno visto protagonisti studenti, insegnanti, operatori, volontari. Riteniamo che questa sia una strada da percorrere per valorizzare competenze e risorse che integrandosi possono dare un respiro nuovo e fare una storia nuova.
Una storia fatta di incontri; occorre aprire spazi, cantieri di dialogo. Metterci in relazione e mettere in relazione con uno spirito di reciprocità e integrazione per fare spazio alla speranza.
Ecco, per “festeggiare” i 90 anni Auxilium si impegna non solo a ricordare ma a rilanciare segnali di responsabilità globale per cancellare quelle realtà negative che purtroppo “resistono” nonostante tante buone volontà. Sarà don Luigi Ciotti a fine settembre (martedì 28) ad aiutarci a capire perché in questi 90 anni povertà, esclusione e fragilità non hanno conosciuto tramonto.
*Direttore Fondazione Auxilium
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