30 anni di "Casetta"
Nonostante le limitazioni, accoglie ogni giorno persone senza dimora
Il 2 dicembre 1991, al Monastero dei SS. Giacomo e Filippo, sede della Fondazione Auxilium nel quartiere di San Fruttuoso, nasceva “La Casetta”, accoglienza diurna per le persone senza dimora e non solo.
La Casetta, infatti, non è mai stata semplicemente un posto in cui “passare” per accedere al servizio docce, al bagagliaio in cui custodire le scarse dotazioni personali o ad un colloquio; divenne invece ben presto luogo di vita per migliaia di persone sole sulla strada e per migliaia di volontari - da sempre vera ossatura di questo servizio - ragazze e ragazzi in Servizio civile, responsabili e operatori sociali del Centro di Ascolto, religiosi e religiose, famiglie. Percorsi che si sono intrecciati, passi accompagnati, relazioni ricucite, vite accolte che, non di rado, si sono reciprocamente salvate.
“Il 2 dicembre scorso - commenta Maria Stella Gorrini, presenza storica dei Volontari per Auxilium ODV e anima della Casetta - giorno del suo trentesimo compleanno, abbiamo ricevuto in regalo la possibilità di poter riaprire la Casetta dopo quasi due anni di chiusura a causa della pandemia da Coronavirus. Naturalmente ha potuto partecipare solo un numero limitato di persone, rispetto alle 80 che la Casetta accoglieva in media ogni giorno prima del Covid. Ma è stato ugualmente un pomeriggio molto significativo, emozionante e semplice, come nello stile della Casetta: si è fatta festa insieme, ospiti, volontari, operatori, abbiamo ricevuto la benedizione di Don Alessandro Campanella, il ‘nostro’ parroco di San Fruttuoso, che ci ha augurato di continuare ad essere sempre così come siamo, e alla fine è arrivata una meravigliosa torta di buon compleanno! Ed è stato come se quella porta non si fosse mai chiusa! In Casetta si sentiamo sempre a nostro agio”.
Visto il permanere della pandemia, la Casetta per ora non può essere aperta a tutti e a tutte, come è suo stile, ma riprenderà il suo servizio almeno per le persone già presenti nelle accoglienze notturne del Monastero, nella speranza che possa gradualmente tornare alla sua piena apertura, a beneficio di quanti, da 30 anni, cercano un posto che non sia solo erogatore di servizi ma casa, anzi “Casetta” in cui ritrovare relazioni, fiducia e possibili percorsi di ritorno all’autonomia.
“Questi 30 anni sono storia nella storia dei nostri 90 anni, che abbiamo appena ricordato - conclude Gigi Borgiani, direttore di Auxilium -. Il 2021 ci ha offerto molte opportunità per ripercorrere il passato e rilanciare il senso del nostro mandato: ‘stare con’ gli altri in situazioni di difficoltà costruendo esperienze di comunità per il bene comune. La Casetta è la dimostrazione che il bene è sempre un ‘noi’ e non un ‘io’ isolato, uno stare nel quotidiano gli uni degli altri, anche in quei giorni in cui nulla sembra muoversi nelle nostre esistenze e invece stiamo portando avanti una storia comune. Grazie a tutti coloro che hanno incarnato questa storia, specie a quanti non sono più qui per poterla raccontare ma restano ricchezza e presenza indelebile, a partire naturalmente da don Piero Tubino, che volle tutto il Monastero come esperienza di comunità con i poveri”.
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