Comunità diocesana
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I 90 anni di Fondazione Auxilium

Una serie di eventi per celebrare la ricorrenza. Presentato il bilancio sociale 2020

I 90 anni di Fondazione Auxilium

Nel 2021 Fondazione Auxilium compie 90 anni dalla sua istituzione - e in questo stesso anno, con un parallelismo pieno di senso, Caritas ne compie 50. Per fare memoria di quasi un secolo di storia e, insieme, traguardare il futuro - certo non per celebrare l’ente - abbiamo pensato di promuovere alcune occasioni pubbliche nei prossimi mesi, nella speranza che il quadro sanitario consenta di ritrovarci senza problemi. 90° Auxilium.

Gli appuntamenti

Parleremo di questa lunga storia e degli scenari futuri con don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

Condivideremo l'anniversario con la città, a Palazzo Tursi con il Sindaco di Genova Marco Bucci, e nella nostra Chiesa, in Cattedrale con l'Arcivescovo Marco Tasca, significativamente nella Giornata Mondiale dei Poveri.

Ogni dettaglio fin qui già deciso è disponibile sul sito www.fondazioneauxilium.it.

Auxilium muove i suoi primi passi nel 1931 per opera di don Giuseppe Siri, con la distribuzione di minestre ad una popolazione impoverita dalla recessione mondiale del 1929: un punto di partenza che purtroppo assomiglia a questi nostri giorni, in cui la pandemia ha acuito il bisogno alimentare. Tra l’inizio e la nostra contemporaneità sta una infinità di opere, azioni, gesti condivisi per il bene comune e una lunga serie di persone che sono davvero la nostra storia concreta. Ci sarà tempo e modo per ricordare le date più importanti di questi 90 anni.

Fin d’ora, però, mi preme portare all’attenzione di tutti l’azione “culturale” che Auxilium, prima da sola e poi con la direzione assicurata da Caritas, ha cercato di svolgere perché si compisse il passaggio dalla mera assistenza, dall’intervento in emergenza, allo “stare con” le persone, alla condivisione, all’accompagnamento verso una vita piena.

Un passaggio graduale nel tempo, mentre di decennio in decennio si presentavano nuove urgenze ed emergenze a cui fare fronte, con servizi avviati, gestiti e spesso poi affidati all’ente pubblico; un cambio di mentalità lungo, lento e, come tutti i cambiamenti culturali che coinvolgono intere epoche, non privo di difficoltà, intrecciato in modo molto stretto con la storia sociale, economica, politica ed ecclesiale di questi 90 anni.

Come Caritas ci insegna con la sua azione pedagogica e pastorale, i servizi di Auxilium non possono essere “solo” di Auxilium: hanno senso e prospettiva se trovano condivisione nella comunità cristiana e nella società civile perché la carità è esperienza di incontro, condivisione, partecipazione, scambio reciproco tra persone e comunità coinvolte e sensibilizzate.

Il Bilancio Sociale 2020

Nel contesto di questa ricorrenza assume un particolare significato anche il nostro sesto Bilancio Sociale, che presentiamo in questi giorni. Fare bilanci relativi al 2020 non è facile. È stato un anno davvero faticoso; ci ha provati ma non ci ha travolti. Operatori e volontari che fanno parte della Rete Auxilium - Volontari per l’Auxilium ODV, Associazione per l’Auxilium APS, Coop. Soc. Il Melograno, Coop. Soc. Emmaus Genova - hanno reagito alle avversità e pericolosità della situazione con serietà e capacità davvero encomiabili e hanno permesso di governare tutti gli aspetti legati alla diffusione del virus. A loro va il primo grazie!

Dovendo scegliere alcuni momenti chiave del “nostro” 2020 vorrei citare almeno il passaggio all’accoglienza H24 in tutte le strutture di ospitalità; la diversa modalità per la distribuzione dei pasti; il controllo rigoroso di ogni singola persona per tutelarne la salute, ma anche la possibilità per molte persone accolte di approfondire le relazioni, dovendo necessariamente restare all’interno dei nostri centri giorno e notte: nel male, un bene che ci impegna a riflettere su nuovi modelli di accoglienza per il prossimo futuro.

I numeri riferiscono che nel 2020 abbiamo seguito 799 persone, di cui 159 donne. Le persone di nazionalità straniera sono state 438, i minori 58. Sono numeri inferiori rispetto agli scorsi anni perché, come detto, la pandemia ha cristallizzato le presenze in accoglienza. La fascia di età maggioritaria è quella tra i 40 e i 60 anni anche se la presenza di giovani è comunque significativa (14%); prevale la bassa scolarizzazione anche se i fenomeni di esclusione sociale toccano anche chi ha potuto completare il proprio percorso di istruzione (superiori 14%, laureati 3%). I nostri servizi sono abitati prevalentemente da persone sole: il 62% di queste non è mai stato sposato, il 25% è separato o divorziato. Il 77% delle persone accolte non ha mai avuto alcuna esperienza lavorativa, ciò che conferma l’accesso al lavoro come uno dei problemi principali tra chi vive in condizione di povertà estrema e richiede strategie specifiche di formazione e di accompagnamento all’occupazione. Si conferma anche la non sussistenza del rapporto causa-effetto tra disagio, dipendenze e giustizia: solo il 27% delle persone seguite ha dipendenze - soprattutto da alcool, significativa la ludopatia - e solo il 9% ha problemi penali. Elevato infine il numero di persone malate, tra quelle che patiscono emarginazione e povertà.

Sul fronte dell’accompagnamento alle famiglie e ai bambini la cui difficoltà pregressa è stata aggravata dalla pandemia, vorrei ricordare l’- Hub di Quartiere a Casa della Giovane, che, accanto all’Hub alimentare promosso da Caritas Diocesana sempre nello stesso stabile, ci ha consentito di non separare l’aiuto materiale dal sostegno educativo, in particolare nel comprensorio tra via Prè, via del Campo ed ex Ghetto.

In questo contesto si è innestata anche la campagna natalizia di raccolta fondi #connettimi proprio per garantire a 40 bambini gli strumenti didattici e digitali necessari per non rimanere indietro negli studi. Anche qui è doveroso ringraziare operatori e volontari e in particolare i giovani di Caritas Genova in Servizio Civile Universale ed Esca che hanno speso in questo luogo il loro impegno nei mesi più duri. Una “azione combinata” che ci ha fatto ancora una volta capire quanto sia importante il gioco di squadra tra le varie componenti unite in un progetto serio e lungimirante.

Sfogliando il Bilancio Sociale, voglio ancora ricordare il 2020 come l’anno in cui, nonostante tutto, abbiamo tenuto la seconda edizione del corso sulla Cittadinanza progettato con l’Università di Genova, ciò che ci consente di far incontrare competenze e risorse diverse per creare l’“amicizia sociale” proposta da Papa Francesco nella “Fratelli tutti”; e anche come l’anno in cui il Servizio di Convalescenza Protetta per persone senza dimora “Il Basilico”, presso l’Ospedale Policlinico San Martino, è stato esteso a 12 mesi di apertura grazie al sostegno della Regione Liguria.

La utilità di questo servizio è stata ampiamente riconosciuta per il suo valore sociosanitario ma anche, e forse soprattutto, per il metodo con il quale è stato condotto negli anni grazie all’impegno costante degli educatori de Il Melograno e all’apporto indispensabile e generoso dei medici Volontari per l’Auxilium.

Scegliamo di prenderci cura

Senza profonde motivazioni “interiori” non sarebbe stato possibile garantire sostegno e salute alle persone accolte, non sarebbe stato possibile preparare migliaia di pasti o provvedere a tutti quei processi di sicurezza imposti dalla pandemia. Abbiamo scelto e ancora scegliamo di prenderci cura. È con questa convinzione, sul crinale del nostro 90° anno di vita, che guardiamo al futuro: lo sviluppo sostenibile e la giustizia passeranno inevitabilmente dal creare condizioni di amicizia sociale, strade di dialogo e di condivisione.

direttore Fondazione Auxilium

Fonte: Il Cittadino
I 90 anni di Fondazione Auxilium
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