Natale è carità
Intervista a Gigi Borgiani, Direttore della Fondazione Auxilium
Natale e povertà sono sinonimi. Dal 1931, la Fondazione Auxilium condivide i percorsi di quanti vivono la povertà, nelle sue molteplici e variabili manifestazioni. Strumento della Chiesa che si fa prossima, seguendo gli orientamenti indicati da Caritas Diocesana, Auxilium “tecnicamente” mette in atto servizi per andare incontro alle persone senza dimora, alle persone straniere, richiedenti asilo e rifugiate, alle famiglie in difficoltà e ai minori, alle persone vittime di tratta e di prostituzione, alle persone con Hiv/Aids che non hanno sostegni familiari e sociali. “Ripetiamo sempre la parola ‘persone’ - commenta il direttore Gigi Borgiani - perché è il cuore della questione: chi abbiamo davanti agli occhi? I problemi o le persone? Dalla risposta dipende il nostro coinvolgimento. I problemi, infatti, tendiamo a rimuoverli; le persone invece vanno messe al centro, costruendo quelle relazioni che danno senso alla vita. Purtroppo, però, su questo aspetto registriamo un diffuso sentimento di delega.”
Borgiani, Natale e povertà sono sinonimi, ma non sembra un accostamento compreso dalla maggioranza.
Volenti o no, credenti o no, il Natale è la festa che ci ricorda “Chi”, 2020 anni fa, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Molti lo hanno conosciuto, molti no, altri non se ne fanno un problema. Resta il fatto che Natale è festa religiosa che con il passare degli anni è stata trasformata sempre più in una festa pagana in cui la logica del dono - il Figlio è dono del Padre - è sempre di più strategia di consumo. Da molto tempo sono già accese le luminarie non certo per preparare l’evento della nascita di Gesù ma per richiamare l’attenzione sul consumo, sul fatto che è bello scambiarsi regali, fare un bel pranzo, sentirsi più buoni. Magari andare alla Messa di mezzanotte per tradizione, perché fa bello sentirsi più cattolici per una notte. Poi le porte restano chiuse e come ben sappiamo ci troviamo sempre a cercar casa per qualcuno, come 2020 anni fa i genitori Maria e Giuseppe cercarono un riparo. Ormai Gesù, venuto nella storia, sembra fuori dalla storia. Tuttavia, non vogliamo perdere la speranza di vivere un Natale ‘lontano’ dalle luci della città. In Auxilium, in sintonia con Caritas, ci aiuta a non distrarci la relazione quotidiana con le persone che vivono la povertà.
Nei decenni, Auxilium ha adattato il suo intervento al cambiamento dei tempi. Quali sono le povertà di oggi?
Sono tanti coloro che, in un ‘presepe del presente’, sono al centro della scena della nascita perché ai margini della nostra società. Tra questi vorrei citare almeno le persone e le famiglie che hanno un problema abitativo, le persone vittime di tratta, le persone che patiscono una dipendenza. Sul problema abitativo delle famiglie in difficoltà, Caritas opera con efficacia da molti anni e oggi coordina una rete di 23 alloggi messi a disposizioni da parrocchie o da privati, in cui in 20 anni hanno trovato una soluzione abitativa temporanea più di 300 persone, accompagnate poi per lo più verso sistemazioni autonome. La risposta di Auxilium, su impulso e in collaborazione con la stessa Caritas Diocesana, è invece concentrata sulle persone senza dimora: presso il Monastero dei SS. Giacomo e Filippo, alla consolidata “accoglienza notturna di primo livello” de L’Ulivo, con 19 posti letto per uomini e donne, da un anno si affianca Il Pioppo H24, la ‘prima e pronta accoglienza’ sempre aperta, con 17 posti letto per uomini e donne, persone provenienti direttamente dalla strada. È un servizio reso possibile dal contributo economico di Regione Liguria, che sostiene anche Il Basilico, il servizio di convalescenza protetta presso l’Ospedale Policlinico San Martino. 15 posti letto per persone senza dimora o nel disagio, dimesse dagli ospedali o passate attraverso il Pronto Soccorso, che tornando sulla strada rischierebbero complicazioni. Solitamente aperta nei mesi invernali, quest’anno abbiamo potuto garantire anche l’apertura nei tre mesi estivi, perché la Regione Liguria ha riconosciuto la validità di questo strumento come anello di collegamento tra la vita di strada e un primo inserimento in strutture di accoglienza: in altre parole quasi tutte le persone accolte al Basilico, circa una trentina nel corso di un trimestre, vengono dalla strada ma non vi fanno ritorno. È un ottimo risultato di cui siamo molto contenti.
Citava le questioni della tratta e delle dipendenze.
Sono due temi che facilmente vengono dimenticati e su cui invece Auxilium vuole richiamare l’attenzione di tutti. Per le vittime di tratta, prostituzione e violenza abbiamo avviato una struttura per l’accoglienza protetta in situazioni di emergenza, in rete con gli altri enti pubblici e del privato sociale che in città si occupano di dare soccorso. La piaga della violenza di genere purtroppo fa notizia ogni giorno: è indispensabile offrire protezione tanto quanto promuovere una ‘conversione sociale’ su questo tema, che si parli di vittime di tratta e prostituzione o di donne che, in casa propria, trovano brutalità al posto dell’amore. Allo stesso modo, una conversione del cuore serve anche sul tema delle dipendenze. In questo ambito, non possiamo tacere sull’incidenza dell’azzardo nelle vite di tanti genovesi, le loro famiglie, la nostra società. Insieme a molte altre realtà rappresentate dalla campagna ‘Mettiamoci in gioco’, anche Auxilium si è impegnata negli ultimi anni perché fosse ridotto al minimo la presenza di punti-gioco e slot in città. I risultati stentano a concretizzarsi mentre cresce l’assuefazione della nostra cultura sociale a tentare la ‘fortuna’ come via di riscatto, ma è solo una strada verso la dipendenza e la sofferenza, con costi sociali, culturali e anche economici molto elevati. Un’altra grave distrazione di massa è quella sul virus dell’Hiv/Aids. Nel 1994 Caritas e Auxilium fondarono ‘Casanostra’, la prima casa alloggio in Liguria per persone che avevano contratto il virus, scartate per lo stigma della malattia, senza reti familiari e sociali alle spalle. Oggi questo nostro impegno continua, l’evoluzione delle cure ha permesso di passare dall’accompagnamento alla morte dei primi anni ad una cronicizzazione della malattia e ad un recupero di una certa autonomia di vita. Tuttavia, il livello di attenzione e di informazione sull’Hiv/Aids è sceso, quasi che il pericolo sia passato.
Cosa si dovrebbe fare per riattivare attenzione e partecipazione sui temi sociali?
Come enti che esprimono la carità della Chiesa, non dobbiamo accontentarci di ‘fare’. Dobbiamo incidere sui cambiamenti culturali, promuovere ‘conversioni’ a partire dalle ‘nostre’ stesse comunità cristiane. Sui temi cui ho accennato prima e in generale su tutti i temi sociali, registriamo una disattenzione che diventa indifferenza, superficialità, delega. ‘Tanto ci pensa la Caritas, ci pensa l’Auxilium…’ L’obiettivo, invece, è che le nostre comunità, per prime, ritrovino modalità di partecipazione e di condivisione, diventino luoghi di accoglienza esse stesse. In questo senso fanno da riferimento le Opere Segno della Diocesi: l’ultima, inaugurata qualche settimana fa nella parrocchia di Virgo Potens a Sestri Ponente, è una casa per tre persone che stanno riconquistando una vita autonoma. Sono esperienze in cui il valore fondante è proprio la presa in carico da parte del vicariato e delle parrocchie, che esprimono volontari e testimoniano prossimità. Dobbiamo recuperare il senso attivo delle parole ‘comunità cristiana’. Rispetto alla società nella sua articolazione, ciò deve tradursi nella promozione di un cambiamento culturale. In tal senso ritengo molto importante la collaborazione che sta nascendo in questi mesi tra Auxilium e Università di Genova, con il coinvolgimento di decine di studenti appassionati in un corso di cittadinanza attiva e in alcune esperienze di laboratorio espressivo-teatrale, negli spazi di Casa della Giovane. Sono circostanze che ci permettono di uscire dall’operatività quotidiana, di non limitarci al ‘fare’ ma di ‘seminare’, nella speranza che il piccolo seme di oggi diventi un domani un albero sempre più largo di condivisione, solidarietà e carità.
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