Ottobre missionario ad Haiti
La missione si fa insieme affrontando pericoli e vivendo momenti di gioia
«È colpa sua, doveva tornarsene a casa. È lei che ha voluto restare.» Le stesse parole, lo stesso concetto, espresso in momenti diversi, subito dopo la morte di due missionarie ad Haiti. Sono uomini di chiesa che hanno così commentato l’uccisione di due suore, due vite date a Dio nel nostro paese: Haiti. Sr. Luisa dell’Orto, piccola sorella del Vangelo, uccisa il 25 giugno 2022 a Port-au-Prince, in un’esecuzione pianificata di cui ancora non si conosce il motivo, sr. Isa Sola, religiosa spagnola della congregazione di Gesù e Maria, uccisa sempre nella capitale il 2 settembre 2016.
Due vite donate a Dio e agli uomini, due morti violente, due sacrifici, due vite totalmente donate in una quotidianità diventata di Dio in ogni respiro e battito del cuore, da santificare tempo e spazio abitati da loro, momenti, parole, desideri del cuore, battaglie interiori, difficoltà, speranze umane deluse, lacrime... i gesti di ogni giorno.
Chi è il missionario?
Il missionario è un chiamato, segue la sua vocazione, ovvero la sua storia d’amore con il Dio che è presente nella storia di tutti noi, il Dio vicino, che dialoga con noi, con il quale le nostre vite prendono forma, in una catena di scelte fatte alla sua presenza e nel desiderio di ascoltare i suoi desideri per farli diventare vita nella nostra vita.
Il missionario non è un avventuriero, un temerario che cerca di mostrare il suo valore. Non cerca fama, né soldi. Il missionario non è un professionista, un affarista e nemmeno uno stupido che non capisce la situazione che sta vivendo e i rischi che sta correndo. Il missionario vive di Dio e cerca Dio, e sa di essere "inviato". È la sua identità.
Le paure non diventano limiti, sono affrontate, diventano strumenti di consapevolezza maggiore, di prudenza, ma non hanno niente a che fare con la scelta di rimanere a fianco di chi non ha nessun altro, a fianco di coloro con cui siamo coscientemente chiamati a condividere la vita portando Speranza, testimoniando fraternità, solidarietà, rispetto profondo in una quotidianità che è trasfigurata dall’amore che siamo chiamati a portare e a ricevere attraverso i nostri fratelli: l’Amore di Dio.
Cos’è la missione?
La missione è uno scambio reciproco, è un camminare insieme, è un guardarsi l’un l’altro per aiutarsi ad andare oltre, a vivere all’altezza del nostro essere umani, del nostro essere di Cristo. La missione si fa insieme, sono i nostri poveri, la nostra gente che è la "bussola" attraverso la quale il Signore ci orienta, anche in questo Lui è nascosto nei più piccoli. La missione si fa insieme.
La missione si fa insieme, abbracciati anche a coloro che ci hanno nel cuore e che abbiamo lasciato: famiglia, amici, luoghi, cultura, lingua, abitudini... sono sempre in noi; la lontananza non è un ostacolo ma piuttosto sorgente di consapevolezza che tutto ciò che abbiamo vissuto e lasciato è uno scrigno da cui attingere per lasciarci trasformare dal Signore in questa nuova famiglia che ci ha dato, nuovi amici, luoghi, cultura, abitudini...
Una trasfigurazione, una meraviglia, un esempio di come la fede ci aiuti a vedere tutto ciò che è con occhi nuovi, liberandoci dalle paure, donando forza e grazia per vivere all’altezza della nostra grande chiamata di Figli di Dio, liberi, nella gioia vera, perché questa vita nuova, libertà e gioia siano per tutti.
Maddalena Boschetti
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