SMA: Padre Giovanni Benetti missionario in Africa
È stato parroco a Santa Maria di Castello
Pubblichiamo un'intervista realizzata da Padre Dario Dozio a Padre Giovanni Benetti, religioso della SMA, per diversi anni parroco a Santa Maria di Castello, da pochi giorni partito missionario in Africa:
1) "Giovanni, non ti sembra di essere un po' 'matto' a partire in Africa di questi tempi?"
Dieci anni sono trascorsi da quando nel 2011 sono rientrato in Italia dalla Costa d'Avorio, dopo quindici anni di missione. Ora, è giunto il momento di ripartire in Africa. Partendo, "non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze" (Salmo 131). Il mio desiderio è anzitutto quello di condividere con semplicità il dono prezioso ricevuto dal Signore: la fede, che dà gusto, serenità e significato alla vita.
Frequenterò un corso per formatori in Kenya da agosto a dicembre 2021, dopodiché mi trasferirò a Calavi, in Benin, dove esiste una casa di formazione per i seminaristi, in gran parte africani, della S.M.A.. Mi occuperò, in particolare, dell'accompagnamento spirituale di questi giovani, preparerò e terrò per loro alcuni corsi di formazione, senza dimenticare di impegnarmi, specialmente la domenica, nella pastorale ordinaria presso alcune parrocchie dei dintorni.
2) "D'accordo! Ricordati, però, che anche qui in Italia siamo in stato di missione! Vale la pena, quindi, andare tanto lontano per fare del bene?"
È vero, anche qui in Italia siamo in stato di missione. Non dobbiamo, però, chiuderci nell'unica preoccupazione per la missione di qui, per i problemi di qui: rischieremmo di ripiegarci su noi stessi e di morire annegati in questi problemi. Dobbiamo, invece, essere lungimiranti e non miopi.
Non solo come singoli, ma anche come comunità cristiana, noi riprendiamo nuovo vigore e nuovo slancio tutte le volte che allarghiamo i nostri orizzonti verso gli altri, vicini e lontani.
Anche gli Apostoli, dopo la morte e resurrezione di Gesù, avrebbero potuto restare a Gerusalemme perché avevano molto lavoro da compiere in quella città. Hanno accolto, invece, l'invito di Gesù: "Andate in tutto il mondo... Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dei secoli" (Mt 28, 19-20).
3) "Va bene! Ma noi che restiamo qui in Italia, cosa c'entriamo con tutti questi discorsi?"
C'entriamo tutti, perché con il Battesimo diventiamo tutti missionari, membri della Chiesa che è tutta missionaria, cioè inviata a portare il Vangelo a tutte le genti. La missione non è un settore, una fra le tante attività della Chiesa, un'attività che si delega ad alcuni incaricati (i missionari e le missionarie); la missione è la ragione stessa dell'esistenza e della vita della Chiesa. Se la nostra comunità cristiana non fosse missionaria, non sarebbe una vera comunità cristiana, non sarebbe Chiesa.
Lo stesso missionario che parte non è un eroe che decide di testa sua di fare fagotto, di prendere la nave o l'aereo e di andare in missione; è, invece, un inviato, un mandato dalla sua comunità cristiana, dalla sua gente e vivrà là, in terra di missione, anche a nome della sua gente; diventerà un ponte fra comunità cristiane sorelle, un segno di comunione fra i popoli.
4) "Lingue nuove da imparare, usanze diverse dalle tue, malattie tropicali da cui difenderti, e ben altro! Dimmi: chi te lo fa fare?"
Dopo quello che ci siamo detti, la risposta è sottintesa e si intuisce facilmente...
Ringrazio per queste domande provocatorie che mi hanno fatto riflettere.
Grazie a tutti voi che leggete queste righe, perché so che mi ricorderete nella vostra preghiera! Grazie per l'amicizia che ci lega e che non verrà meno, malgrado la lontananza!
Il video dell'intervista al link:
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