Donne migranti e maltrattate: un focus organizzato dalla Papa Giovanni XXIII
Sabato 26 giugno al Quadrivium una giornata di approfondimento
Una donna sudamericana chiede aiuto perché terrorizzata dal compagno maltrattante. Una giovane neomamma scappata dal partner per evitare un aborto forzato, altrimenti avrebbe continuato a prendere le botte, chiama per essere accolta. Una donna magrebina chiede consiglio per liberarsi dal matrimonio che da anni la costringe ad essere soggiogata al marito.
Sono diverse le richieste di aiuto o di supporto in particolare di donne migranti o integrate in Italia da tempo che arrivano alla Comunità Papa Giovanni XXIII dalle stesse vittime o da altri servizi a bassa soglia dal nord al sud Italia, donne che durante la pandemia sempre di più sono state esposte a violenze e maltrattamenti. D’altra parte tra marzo e aprile 2020, le telefonate al numero antiviolenza nazionale 1522 sono state il 73% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Il 45,3% delle vittime ha dichiarato di avere paura per la propria incolumità; il 72,8% non ha però denunciato il reato subito. Nel 93,4% dei casi la violenza si è consumata tra le mura domestiche, nel 64,1% si è trattato di violenza assistita.
E proprio per questo a gennaio 2021 è stato avviato su 7 province italiane Genova, Ferrara, Modena, Treviso, Verona, Rimini e Roma il progetto denominato Miriam. Donne migranti libere dalla violenza di genere, finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione europea e che in Italia sta coinvolgendo con percorsi di formazione e sensibilizzazione operatrici e operatori, volontari e volontarie della Comunità fondata da don Oreste Benzi e anche di Caritas, Migrantes, Cif, Cisl e altre organizzazioni impegnate in servizi a bassa soglia e sportelli di ascolto aperti a varie fragilità.
Focus principale del Corso di 1° livello avviato online a fine aprile e intitolato “Miriam: un nome, una storia. Riconoscere la violenza e affiancare le vittime” è quello di conoscere la violenza domestica, lo sfruttamento sessuale e i matrimoni forzati. Con un’attenzione particolare per le madri e le donne con disabilità specie nelle aree più periferiche. Il prossimo appuntamento, promosso da Comunità Papa Giovanni XXIII e Differenza Donna, ente gestore del numero antiviolenza nazionale 1522, sarà centrato sull’approccio alle vittime e la rete dei servizi territoriali, il ruolo dei centri antiviolenza e l’apporto dei servizi a bassa soglia e degli sportelli di ascolto per riconoscere la violenza e indirizzare ai servizi competenti chi la subisce.
L’appuntamento aperto a chi fosse interessato ad approfondire il fenomeno ed entra in contatto con donne maltrattate è previsto per sabato 26 giugno dalle ore 9 alle ore 13 presso la Sala Quadrivium – Piazza Santa Marta, 2. Da settembre a dicembre previsto anche un Corso di 2°livello per approfondire la presa in carico delle vittime. Per iscrizioni e info: progettomiriam@apg23.org
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