Il Papa: ogni violenza contro la donna è una profanazione di Dio
Il Pontefice mercoledì 1 gennaio nella solennità di Maria SS. Madre di Dio ha celebrato la S. Messa in San Pietro
Nel grembo di Maria c’è la storia dell’umanità, c’è il futuro della Chiesa, ci sono le storie delle madri che lasciano tutto per tutelare il loro bimbo ma sono viste come “numeri in esubero”, ci sono le ferite delle donne che non vengono rispettate nel proprio corpo mentre “dal corpo di una donna , lo ha detto il papa nell’omelia della Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 53.ma Giornata mondiale della pace mercoledì 1 gennaio in San Pietro.
“In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio”: ha sottolineato il Papa, ricordando che nel suo grembo, Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più, “anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!”
Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre. Perciò iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna.
Ripartire dalla vita dunque perché le donne sono fonti di vita ma non rispettate; sono “continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo”.
Nella riflessione del Papa non manca l’immagine del corpo della donna “sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare”; un corpo che invoca rispetto perché “è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati!”
Francesco ha rimarcato quel “vedere dentro”, invitando a chiedere ad ognuno di noi se davvero guardiamo con il cuore alla vita delle persone che abbiamo accanto senza distruggerle con le chiacchiere, mettendo invece al centro Dio e non valori come il potere, le ricchezze e i successi. “Solo se la vita ci sta a cuore – ha affermato il Papa - sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge”. È questa la grazia da chiedere in questo anno: “prendere a cuore gli altri”, “prenderci cura degli altri”.
E se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna. Dalla donna è nato il Principe della pace. La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera.
In Maria, la Chiesa ritrova il suo centro e la sua unità nonostante il diavolo cerchi di dividerla, “mettendo in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti”.
Ma non capiamo la Chiesa se la guardiamo a partire dalle strutture; non si capisce la Chiesa guardandola a partire dalle strutture, a partire dai programmi e dalle tendenze, dalle ideologie, dalle funzionalità: ne coglieremo qualcosa, ma non il cuore della Chiesa. Perché la Chiesa ha un cuore di madre. E noi figli invochiamo oggi la Madre di Dio, che ci riunisce come popolo credente. O Madre, genera in noi la speranza, porta a noi l’unità. Donna della salvezza, ti affidiamo quest’anno, custodiscilo nel tuo cuore. Ti acclamiamo: Santa Madre di Dio. Tutti insieme, per tre volte, acclamiamo la Signora, in piedi, la Madonna: Santa Madre di Dio. Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio!
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