Francesco: anziani, maestri e custodi di “vita pacifica”
24 luglio seconda “Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani”
Il 24 luglio prossimo, quarta domenica del mese, si festeggerà la seconda “Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani”, istituita nel 2021 dal Santo Padre Francesco.
Come tutte le “giornate mondiali” dedicate a qualche categoria di persone è sempre bene sottolineare che se si è resa necessaria l’istituzione allora vuol dire che c’è bisogno di sensibilizzarci, di porre più attenzione ai festeggiati. I nonni e in generale gli anziani non vengono facilmente considerati una risorsa per la società, anzi, dei destinatari di servizi, di accudimenti, fonti di spese: finchè sono ancora in gamba e possono continuare a rendersi utili allora vengono visti di buon grado, spesso e volentieri sfruttati come tappabuchi e jolly di supporto, ma sono comunque osservati speciali, guardati a vista perché possono generare preoccupazioni.
Eppure l’anzianità è un’età ricca di risorse nuove, da mettere in gioco: la naturale esperienza del vissuto consente sempre di aiutare i più giovani a compiere le proprie scelte e rende gli anziani dei saggi capaci di indicare la strada.
Papa Francesco, nella lettera a loro dedicata, li propone come “maestri di un modo di vivere pacifico e attento ai deboli” capaci di custodire con tenerezza le cose (le persone) a loro affidate: è un messaggio da leggere perché indirizzato agli anziani di oggi, ma anche a quelli futuri e quindi a ciascuno di noi.
E’ significativo che il Papa stesso, in alcuni passaggi, si metta in gioco con l’uso del “noi”.
E anche se potrebbe sembrare strano, questa giornata mondiale potrebbe aiutarci ad affrontare le urgenti questioni mondiali.
In questo momento storico in cui nuovamente le grida dei potenti ed il frastuono delle armi devastano la vita di tanti innocenti, il silenzio e le carezze dei nonni e degli anziani possono essere d’insegnamento, di esempio per tutti.
La tenerezza è la forza più umile, ma al tempo stesso la più potente per cambiare il mondo e, sempre citando il Santo Padre, "non è la virtù del debole; anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amare".
E’ una vera e propria rivoluzione che può produrre il cambiamento profondo che tutti stiamo auspicando, la smilitarizzazione dei cuori che ci permetterà di considerare l’altro un fratello. Come sempre di fronte ai grandi problemi ci sembra siano necessarie grandi soluzioni e che quelle troppo semplici assomiglino alle intenzioni di don Chisciotte contro i mulini a vento: invece ci è stato insegnato ad amare il prossimo come noi stessi e che l’Amore, tre volte inchiodato sul legno della croce, ha veramente cambiato le sorti dell’umanità.
Nel nostro quotidiano possiamo anche noi affrontare le sorti del mondo dotandoci di questa arma potente e disarmante della tenerezza, alla scuola dove i nonni sono i maestri, sempre che noi ci riconosciamo come allievi e abbiamo davvero voglia di imparare.
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