Chiesa e mondo
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Alternanza scuola-lavoro: anche la Chiesa è coinvolta

Un dossier della CEI passa in rassegna le esperienze già avviate

Alternanza scuola-lavoro: anche la Chiesa è coinvolta

Un’alleanza educativa che richiama la “Chiesa in uscita” auspicata da Papa Francesco. E’ l’alternanza scuola-lavoro, percorso ampliato e reso obbligatorio per tutti gli studenti degli ultimi tre anni degli istituti secondari di secondo grado dalla legge 107/2015 sulla “Buona Scuola”, che prevede 200 ore “sul campo” per i licei e 400 per gli istituti tecnici e professionali. Oggi 3 aprile il Miur ha pubblicato un manuale con indicazioni operative per mettere in atto collaborazioni tra scuole e aziende o altri enti ospitanti per la realizzazione dei progetti Pon 2017. Tra i diversi enti sono compresi anche soggetti ecclesiali quali diocesi, parrocchie, oratori e associazioni.

E in questi anni la Chiesa non è stata a guardare: all’interno dell’impegno messo in campo con protocolli, accordi e collaborazioni per costruire con gli istituti scolastici quelle “alleanze educative” auspicate dai vescovi italiani negli orientamenti pastorali per il decennio in corso, rientra anche il cantiere dell’alternanza scuola-lavoro. 

A proporre una rassegna delle diverse esperienze avviate è il Dossier “Alternanza scuola-lavoro. La comunità cristiana a servizio della scuola”, e-book curato dal prof. Roberto Pellegatta con la collaborazione di Claudio Emilio Minghetti e scaricabile dal sito dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei. Per il direttore dell’Ufficio, Ernesto Diaco, all’origine di questo processo c’è “una svolta culturale”: riconoscere che “ogni ambito sociale non è autosufficiente e assoluto, ma necessita di un confronto continuo con altri per svolgere al meglio i suoi compiti. Questo vale sia per la scuola che per il mondo del lavoro”.

Essenzialmente quattro i macro gruppi all’interno dei quali si collocano le realtà e gli enti religiosi che nei primi due anni dell’alternanza hanno stipulato accordi o protocolli d’intesa con gli uffici scolastici ai diversi livelli. Anzitutto gli enti ecclesiastici: parrocchie, uffici di curia, tribunali ecclesiastici, archivi diocesani, istituti religiosi. Quindi le istituzioni culturali e artistiche: facoltà teologiche, istituti di scienze religiose, biblioteche, musei diocesani; enti del patrimonio artistico; giornali diocesani e mezzi di comunicazione vari (radio, tv, siti web), cinema-teatri. Ma anche istituzioni educative e del tempo libero quali asili nido, scuole paritarie dell’infanzia, primarie, medie e superiori; oratori e centri giovanili. Infine ambiti di volontariato e servizio alla persona come cura degli anziani, opere di carità a disagiati ed emarginati, servizi alla famiglia e ai giovani, servizi ai migranti, turismo, attività sportive.

Fonte: Sir
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