Gli studenti genovesi dicono sì alla pace e no alla guerra
Le testimonianze del Vescovo di Beirut, di Carlos Palma e i lavori di tutti gli studenti

Oltre 1.000 studenti delle scuole genovesi di ogni ordine e grado, statali e paritarie, hanno partecipato questa mattina alla Giornata per la Scuola "Le religioni aiutano la pace", organizzata dall'Ufficio Scuola della Diocesi in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale.
Mons. César Essayan, Vescovo di Beirut, e Carlos Palma, Coordinatore generale di Living Peace International hanno offerto la loro testimonianza da zone di guerra. Essere operatori di pace è possibile, hanno detto i due relatori, nella vita quotidiana, nelle azioni di ogni giorno, anche laddove abitanti di uno stesso paese professano religioni diverse.
Le religioni non vanno interpretate per fare guerra: il documento "Sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune" firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dall'Imam Ahmad Al-Tayyeb ha rappresentato una svolta epocale, perchè ha permesso di condividere la visione che è il dialogo la via da seguire.
Gli studenti, impegnati nei laboratori secondo le diverse fasce di età, hanno potuto lavorare insieme e ascoltare le testimonianze di chi ogni giorno nel mondo è impegnato per costruire la pace, riflettendo anche sui grandi temi che preparano la pace: la riconversione delle armi, il commercio equo solidale, il servizio civile e i corpi di pace, l'attenzione agli ultimi nei luoghi di guerra.
«La pace è un tema che non può essere rimandato e per questo abbiamo coinvolto gli studenti di tutte le scuole. La pace non è solo nelle mani dei grandi del mondo, dei potenti - ha detto Massimiliano Costa, Coordinatore dell'Ufficio Scuola della Diocesi - ma può e deve diventare un impegno per ciascuno di noi, a partire dai banchi di scuola».
Il cubo della pace, ideato da Carlos Palma e realizzato stamattina nei laboratori della Sala del Munizioniere dai bambini della scuola primaria, ha ben rappresentato il senso di questa giornata: la pace, come un cubo, ha tante facce e può essere declinata nei tanti ambienti di vita in cui ciascuno si trova. Lanciare ogni giorno il cubo, e impegnarsi in quel proposito di pace, è il primo passo per costruire un mondo senza più guerre.
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