Gli 80 anni del Centro Sportivo Italiano
I fondatori hanno creato una associazione che continua ad essere un punto di riferimento, sicuro e solido, per le giovani generazioni.
Il 5 gennaio 1944, con la conclusione della seconda guerra mondiale e la liberazione dal fascismo ancora lontane, Luigi Gedda, Presidente dell'Azione Cattolica, proponeva la nascita del Centro Sportivo Italiano per riprendere l'esperienza della Federazione delle Associazioni Sportive Italiane, sciolta dal regime nel 1927.
Un'idea accolta con entusiasmo: fu una visione profetica, fortemente voluta da Papa Pio XII, che trovò in Gedda la persona capace di realizzare questo ambizioso progetto.
È stata la prima fondamentale tappa che portò poi a novembre dello stesso anno, con l'approvazione dello Statuto, alla fondazione.
A Genova nell'immediato dopo guerra l'Arcivescovo Card. Giuseppe Siri, con molti quartieri della città devastati dalle bombe, si preoccupò che insieme alla costruzione delle chiese ci fosse anche quella di campetti parrocchiali: è stato precursore di una idea vincente di evangelizzazione e di educazione dei ragazzi attraverso lo sport.
Chi fa parte oggi del CSI deve essere consapevole che è erede quindi di veri e propri “giganti” della storia: i fondatori hanno creato una associazione che continua ad essere un punto di riferimento, sicuro e solido, per le giovani generazioni.
Il rifinanziamento con 150.000 euro complessivi di Regione Liguria a tutti gli Enti di promozione sportiva, il CSI è uno dei principali, arriva proprio nel 2024 quando si celebrerà con varie iniziative l'80° anniversario di nascita del sodalizio arancio- blu.
“Era un decennio che il nostro settore non veniva più sostenuto dal pubblico, mi sembra corretta la suddivisione per le attività che si fanno sul territorio, 90 per cento delle risorse per progetti specifici con apposito bando, ed il 10 per cento per il funzionamento delle sedi dei regionali e provinciali - dice Luca Verardo, Presidente CSI Liguria - Da sottolineare da parte della Regione sempre la particolare attenzione verso il mondo della disabilità, in Liguria particolarmente vivace grazie alle molte associazioni che praticano varie discipline sportive. Un mondo verso il quale il Centro Sportivo Italiano è molto sensibile sia a livello di formazione per gli operatori che per l'organizzazione di eventi, interventi mirati non solo per ragazzi ma anche adulti, autistici, disabili mentali, persone affette da alzheimer, realizzati nell'ambito dei patti di sussidiarietà”.
Regione Liguria si conferma sempre molto attenta allo sport nelle sue varie declinazioni: quello agonistico, di alto livello, sovvenzionando anche eventi importanti che hanno conseguenti positive ricadute turistico economiche, e quello dilettantistico, amatoriale, connotato sempre di più con la tutela della salute e l'inclusione sociale.
Va interpretato in questo senso lo stanziamento di 135.000 euro destinato alle ASL per promuovere l'attività dei disabili.
Al contributo avranno diritto persone fra i 10 ed i 64 anni: potranno acquistare protesi ed ausili ad alta tecnologia.
“Con questa misura - dice Simona Ferro, Assessore Sport Regione Liguria - vogliamo sottolineare ancora una volta l'importanza che lo sport riveste per il benessere fisico e per la qualità della vita. Abbiamo già stanziato 40.000 euro per consentire agli atleti disabili tesserati con società paralimpiche di svolgere al meglio la loro attività acquistando i necessari ausili”.
Le risorse di questo progetto innovativo e sperimentale e finanziato dal Ministero della Salute per i disabili che vogliano fare sport amatoriale, sono così suddivise: 61.000 euro all''ASL 3, 24.000 euro all'ASL 2,19.000 euro all'ASL 1 ed all'ASL 5, 13.000 euro all'ASL 4.
L’avviso pubblico sarà diffuso sul sito internet istituzionale di ciascuna ASL il 1 marzo 2024.
I soggetti interessati poi avranno 60 giorni di tempo per presentare domanda di ammissione.
Nella manovra di bilancio 2024 della Regione Liguria ci sono 7 milioni di euro di investimenti per lo sport, oltre 2 milioni per la “Dote Sport”, una misura che sostiene oltre 7.000 famiglie con ragazzi che svolgono varie attività.
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