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Corpus Domini - Anno C, Lc 9, 11 b - 17

Tutti mangiarono e si saziarono

In questa domenica celebriamo il dono dell'Eucaristia, il sacramento della viva e reale presenza del Signore crocifisso e risorto con i suoi: il vangelo proposto è il racconto di Luca della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un gesto di Gesù che ha particolarmente segnato la memoria degli apostoli e che è attestato in tutti i quattro vangeli. Perché questa insistenza?

Tutti mangiarono e si saziarono

In questa domenica celebriamo il dono dell'Eucaristia, il sacramento della viva e reale presenza del Signore crocifisso e risorto con i suoi: il vangelo proposto è il racconto di Luca della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un gesto di Gesù che ha particolarmente segnato la memoria degli apostoli e che è attestato in tutti i quattro vangeli. Perché questa insistenza? Non solo per la grandiosità del miracolo, ma per il suo ricco significato: nell'abbondanza dei pani, con i quali Gesù nutre la grande folla che lo sta seguendo, c'è come un anticipo di quel banchetto messianico, che Dio prepara per i popoli e che i profeti hanno annunciato (cfr. Is 25,6-12). Allo stesso tempo, la prima comunità vedeva nei gesti e nella parole di Gesù sulla riva del lago un annuncio di quella realtà di cui essa vive, la realtà del pane spezzato e donato nel mistero eucaristico. È in questa prospettiva che noi leggiamo il racconto della moltiplicazione dei pani e sono evidenti le allusioni al dono eucaristico: Gesù prende i cinque pani, alza gli occhi al cielo, rivolto al Padre, li benedice, rendendo grazie, li spezza e la dà ai discepoli, perché siano loro a sfamare la folla. Sono gli stessi verbi e le stesse azioni che ritornano nell'ultima cena, dunque davvero quel pane abbondante, spezzato e condiviso con la folla, rimanda al pane eucaristico. Gesù vede la fame di chi lo segue, e davanti a questo bisogno, non risponde con la logica tutta umana del 'comprare', del procurarsi con il denaro il cibo necessario: provocatoriamente chiede ai suoi di dare loro da mangiare. Non un pane acquistato, comprato, ma un pane donato, condiviso: ecco un primo tratto eucaristico. Per compiere il miracolo, per sfamare la folla, Gesù coinvolge i suoi amici, saranno loro a offrire quei cinque pani e due pesci, che miracolosamente moltiplicati, basteranno per tutti, anzi ne avanzeranno dodici ceste: segno delle dodici tribù del popolo d'Israele, che nel suo cammino nel deserto venne sfamato dal dono quotidiano della manna, del 'pane disceso dal cielo'. Il dono di Cristo assume e trasforma il pane, 'frutto della terra e del lavoro dell'uomo': qui abbiamo un nuovo tratto eucaristico, anche nella cena e in ogni eucaristia, è il pane che noi portiamo, che viene assunto e trasformato nel corpo vivo del Signore, e nel pane è come racchiusa la nostra vita, la nostra fatica, il nostro lavoro, tutto ciò che siamo è destinato a diventare corpo di Cristo, a essere da Lui e in Lui trasfigurato. Infine, i verbi che Luca utilizza per esprimere l'azione di Gesù, sono un trasparente rinvio all'Eucaristia: un pane benedetto, offerto in un grande rendimento di grazie al Padre, a cui Cristo si affida nell'ora suprema della sua esistenza; un pane spezzato, in segno di condivisione, di fraternità, ma che, alla luce del dramma della passione e della morte in croce, richiama la donazione estrema, 'sino alla fine' del Signore per i suoi; un pane donato e consegnato ai discepoli, perché attraverso di loro, possa sfamare il cuore e la carne degli uomini. Nella cena pasquale il comando 'Dategli voi stessi da mangiare' diventerà 'Fate questo in memoria di me', ed è questo il primo ne fondamentale servizio che coloro che sono partecipi del ministero apostolico (vescovi e presbiteri) continuano a rendere, nella Chiesa, per la vita del mondo. Quel giorno, sulla rive del lago, sono stati proprio loro, i Dodici, a donare il pane che, sorprendentemente, ha potuto colmare la fame dei cinquemila; oggi, in ogni comunità cristiana, sono i pastori, investiti del carisma apostolico, a rendere possibile il miracolo dell'Eucaristia, l'unico corpo del Signore che si fa presente nel segno povero del pane consacrato e benedetto, e a farne dono a tutti i credenti. Certo, il mistero adombrato dal vangelo nel gesto della moltiplicazione dei pani, diventa anche l'indicazione di un modo nuovo d'essere, che i discepoli di ogni tempo, possono imparare del dono eucaristico: diventare nel mondo il segno vivo di Cristo, il suo corpo udibile e toccabile, essere con Lui pane donato e spezzato, nella gratuità e nello stupore di un amore continuamente ricevuto dal Signore.

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