La parola
stampa

II lettura di domenica 29 marzo 2020

V Domenica di Quaresima (Anno A)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,8-11
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Non è in armonia con Dio chi vive “secondo la carne”. L'affer­mazione è decisa, senza sfumature. “Vivere secondo la carne” non è riferito soltanto alla sensualità, ma alla complessiva materialità o terrestrità, quindi esprime, innanzi tutto, l'impostazione dell'umana esistenza, secondo criteri e prospettive esclusivamente materiali, terrene.

Nel contesto della pagina paolina “vi­vere secondo la carne” è sinonimo dell’emancipazione dell’uomo dalla volontà divina, il misconoscimento della sua posizione di creatura davanti al Creatore. “Vive secondo la carne” chi non fa riferimento a Dio o addirit­tura lo contesta.

Il battezzato è stato liberato dal “do­minio della carne” ed è entrato nell'attrattiva dello Spirito, cioè della presenza santificante di Dio: infatti con il Battesimo “lo spi­rito di Dio abita”, ha permanenza nell'uomo.

Tuttavia questa realtà cristiana può subire incoerenza: può accadere che il battezzato ricada nel “vivere secondo la carne”. Di qui la implicita esortazione di Paolo a custodire con purezza lo "spirito di Cristo"; in caso contrario non gli si appartiene. Ciò equivale a dire che il Battesimo non si esaurisce nel suo conferimento, nella celebrazione, ma dev’essere vissuto diuturnamente.

Chi possiede Cristo, ancorché il corpo, “a causa del peccato”, sia destinato alla morte, ha “la vita” soprannaturale “a causa della giustificazione”, ossia della salvezza operata appunto da Cristo.

Conseguenza della presenza di Cristo nel battezzato è però anche la risurrezione del corpo dalla morte, perché sia partecipe della vita soprannaturale.

Di ciò è premessa e garanzia la resurrezione di Cristo: Cristo è risuscitato, pertanto chi è “in Cristo” è inserito nella sua risurrezione, in cui anche il corpo mortale verrà riscattato.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 29 marzo 2020
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento