II lettura di domenica 17 gennaio - I vostri corpi sono membra di Cristo
II Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Fratelli, il corpo non è per l'impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall'impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all'impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Secondo gli gnostici, seguaci del dualismo platonico, circa il corpo e l’anima, tutto ciò che riguarda la vita corporale non ha valore per la vita spirituale e per l’anima: quindi qualsiasi esperienza sessuale non intacca la vita spirituale, l’impudicizia corporale non comporta l’impudicizia dell'anima. Inoltre – si dice – l’atto sessuale, essendo naturale, è sullo stesso piano di altri atti fisiologici (quali il mangiare, il digerire, ecc.) non ha diversa importanza o specifica valutazione morale.
Paolo reagisce a questa posizione, ricordando che tutto l’uomo – corpo e anima – appartiene al Creatore: nessun dualismo è legittimo. L' uomo è stato creato da Dio e per Dio nella sua totalità, pertanto come l’anima non può venir meno alla sua vocazione alla santità, neppure il corpo può macchiarsi: anch’esso “è per il Signore” e “non per l’impudicizia”.
Infatti il corpo è destinato alla risurrezione, oggetto della stessa potenza divina, che ha risuscitato Gesù. La vita eterna non è riservata ad una parte soltanto della creatura umana, alla sua anima, ma a tutta la sua persona.
Gli atti, che servono a mantenere in vita il corpo, sono destinati a cessare con la morte, mentre il rispetto del corpo è in vista della vita eterna.
Ancora: mediante il Battesimo, non soltanto l’anima, ma tutto l’uomo viene incorporato a Cristo, diventa suo membro, quindi pure partecipe della sua risurrezione. Allora cedere il proprio corpo all’impudicizia è macchiare il corpo di Cristo: ecco il peccato.
“Chi si unisce al Signore” nel Battesimo, diventa un solo essere, “un solo spirito” con lui, per cui ogni altra unione, che non rifletta questa unione fondamentale, con Cristo è illecita, un tradimento, un adulterio, un inquinamento della sacralità, anche corporale.
“Chi si unisce al Signore” non diventa carne con lui, ma “spirito”, a differenza di quanto avviene nella “prostituzione sacra” o “ierodulia” (particolarmente in auge a Corinto, presso il tempio di Afrodite), in cui si crede che il rapporto sessuale con le ierodule (donne dedite alla prostituzione sacra) metta in contatto con la divinità.
È in questo senso che, innanzi tutto, Paolo ammonisce a “fuggire la prostituzione”. Inoltre perché chi usa malamente del proprio corpo, oltre a danneggiare altri, fa male a se stesso; mentre altri peccati offendono il prossimo, l’impudicizia è offesa di se stessi; perciò è peccato anche più avvilente di altri. Si aggiunga inoltre – dice l’Apostolo – che la persona (quindi anche il corpo) del battezzato è “tempio dello Spirito Santo”, quindi ogni atteggiamento impudico equivale ad una dissacrazione, ad una profanazione.
Un'ultima motivazione, che spinge al rispetto dei proprio corpo: il battezzato non si appartiene più, dal momento che Cristo lo ha “comprato a caro prezzo”, a prezzo della sua vita: lo ha affrancato dalla schiavitù del peccato, quindi rifiuta Cristo chi vuole ancora rendersi succube degli istinti, della concupiscenza sessuale.
Dio allora riceve gloria, culto, adorazione, anche tramite il corpo, perché tutto l'uomo – anima e corpo – è santificato da Cristo.
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