II Lettura di domenica 19 aprile 2020
II Domenica di Pasqua (Anno A)
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
1Pt 1,3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell'ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell'oro - destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco - torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
L’autore della lettera, indirizzata ai cristiani di origine ebraica “dispersi” in una vasta zona dell’Asia Minore, dopo il saluto iniziale, esordisce con un’acclamazione di lode a Dio, per la sua “misericordia”, manifestata nella risurrezione di Gesù Cristo, mediante la quale i battezzati sono “rinati” a vita nuova: la vita soprannaturale, in cui essi vivono nella prospettiva (“speranza viva”) dell’eredità celeste – proveniente da Cristo stesso – assolutamente indefettibile, incontaminata, indeteriorabile: “non si corrompe, non si macchia, non marcisce”.
Eredità, a disposizione di coloro che, fruendo della grazia divina, vivono la fede, ovviamente, con coerenza di opere. Eredità non imminente, ma da conseguirsi alla fine dei tempi.
Un’aspettativa d’eredità sicura, la quale, quindi, non può che generare attuale ottimismo, “gioia”, anche nelle “prove”, le quali, comunque, sono momentanee.
Queste anzi hanno funzione purificatrice: come avviene per l’oro, le cui scorie possono essere eliminate soltanto con il fuoco. E mentre il metallo, pur prezioso, non è eterno, la fede ha caratura perenne, d’eterna gloria di salvezza, partecipata da Cristo a chiunque lo ami e in lui creda, “pur senza averlo visto”.
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