1a domenica di Quaresima - anno C, Luca c 6,17.20-26
Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore!Oggi, prima domenica di Quaresima, vengo nelle vostre Comunità , durante la Celebrazione Eucaristica, per rivolgervi una breve omelia. In un certo senso prendo il posto dei vostri Sacerdoti, che saluto con stima e affetto per la fedeltà generosa nel servizio pastorale tra voi e per voi. Essi rappresentano Gesù Buon Pastore e rendono presente il Vescovo, Successore degli Apostoli, Padre e Pastore della Chiesa Particolare che è la Diocesi.
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore!Oggi, prima domenica di Quaresima, vengo nelle vostre Comunità , durante la Celebrazione Eucaristica, per rivolgervi una breve omelia. In un certo senso prendo il posto dei vostri Sacerdoti, che saluto con stima e affetto per la fedeltà generosa nel servizio pastorale tra voi e per voi. Essi rappresentano Gesù Buon Pastore e rendono presente il Vescovo, Successore degli Apostoli, Padre e Pastore della Chiesa Particolare che è la Diocesi.Ho scritto una Lettera Pastorale che potrete ritirare e portare a casa per una lettura calma e meditata. Spero che possa aiutarvi a vivere il tempo della Quaresima in preparazione alla Pasqua, cuore della fede cristiana. 1. Il Vangelo ci presenta il Signore Gesù nel deserto, dove vive quaranta giorni nella penitenza e nella preghiera e, infine, viene insidiato dalla triplice tentazione. Cristo vince la radicale tentazione di fare da solo, senza il Padre, di percorrere un suo progetto di potenza. Invece si affida al Padre, confida nel suo amore, a Lui consegna la sua vita. Così come farà un giorno non lontano nell'orto degli ulivi e sulla Croce.Gesù apre la strada a ciascuno di noi: ci dà l'esempio e, insieme, ci dona la grazia per attraversare i deserti e le tentazioni della nostra storia personale. Ci ricorda che la forza è il nostro rapporto con Dio; è la forza della preghiera. E' proprio la preghiera il tema della Lettera Pastorale. E' lo stesso invito che il Santo Padre, Benedetto XVI, ha affidato ai Vescovi liguri in Visita ad limina il 31 gennaio scorso a Roma.2. Vivere la fede è bello ma impegnativo: significa spesso andare contro corrente. Conosciamo la nostra fragilità come pure vediamo le sfide odierne alle quali dobbiamo rispondere con semplicità e coerenza. Può subentrare lo stesso senso di timore e di inadeguatezza che colse gli Apostoli di fronte a compiti più grandi di loro. Per questo dobbiamo sempre ripartire dalla preghiera e vorrei - come scrivo nella Lettera - che 'la nostra Diocesi respirasse con i polmoni della preghiera e che la vita di ciascuno, delle comunità , come ogni attività pastorale, partisse e fosse sostenuta dalla preghiera'. Senza la preghiera rischiamo di agitarci - anche molto e generosamente - ma con quale efficacia?3. Gesù pregava: perché non dovremmo pregare noi? Tutto della sua vita era orientato al Padre come un'offerta d'obbedienza e d'amore. Vivendo così orientato, era uno con se stesso, non viveva disperso e frantumato in mille cose.Nello stesso tempo Egli aveva dei tempi e dei luoghi particolari per pregare. Perché la nostra vita diventi preghiera, è necessario che la preghiera diventi la nostra vita. Per questo è necessario avere dei momenti dedicati solo alla preghiera dove incontrare il Signore, ascoltare la sua Parola di luce, lasciarlo dimorare in noi perché guidi la nostra esistenza. Non dobbiamo pensare che non abbiamo tempo, che abbiamo molto da fare: le cose urgenti non sono sempre le più importanti. Nessuno ritenga di non essere capace: anche ad amare s'impara. In fondo, il cuore della preghiera è stare cuore a cuore con Dio. Egli capisce anche i nostri silenzi.La preghiera è a volte una 'lotta'. Per questo ho cercato di indicare qualche piccolo 'segreto' per pregare: sono alcuni atteggiamenti interiori e alcuni suggerimenti concreti. Li potrete leggere con calma nella Lettera.4. Spero che attraverso questo scritto si rafforzi il sentire comune - Pastore e popolo - e si crei una grande catena di preghiera - personale e comunitaria - che unisce e feconda la vita di ogni credente, di ogni comunità , dell'intera Diocesi.Vi ringrazio per la benevola attenzione e, mentre vi assicuro il mio ricordo a Dio, confido nel vostro: le intenzioni del Vescovo riguardano il bene dei suoi Sacerdoti e di tutti. Con affetto e stima benedico voi e i vostri cari, specialmente i bambini e i malati.Mons. Angelo Bagnasco(omelia per la prima domenica di Quaresima)
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