La parola
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23a domenica Tempo Ordinario - anno A, Mt 18,15 - 20

Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello

Il breve passo di Matteo, proposto alla nostra attenzione, è tratto dal quarto grande discorso di questo vangelo, il discorso ecclesiastico o comunitario, nel quale l'evangelista ha raccolto diverse parole del Signore, incentrate sulla vita e sulle relazioni tra i membri della nuova comunità, che nasce intorno a Gesù. In particolare, il tratto scelto per l'ascolto domenicale mette a tema un aspetto non facile e spesso disatteso nella vita della Chiesa, cioè la correzione fraterna.

Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello

Il breve passo di Matteo, proposto alla nostra attenzione, è tratto dal quarto grande discorso di questo vangelo, il discorso ecclesiastico o comunitario, nel quale l'evangelista ha raccolto diverse parole del Signore, incentrate sulla vita e sulle relazioni tra i membri della nuova comunità, che nasce intorno a Gesù. In particolare, il tratto scelto per l'ascolto domenicale mette a tema un aspetto non facile e spesso disatteso nella vita della Chiesa, cioè la correzione fraterna. Si tratta di una realtà che, per essere tale, per avere un riscontro nella nostra esperienza, richiede di vivere davvero l'appartenenza ad una comunità cristiana precisa, concreta, non generica, né idealizzata: una comunità fatta di discepoli in cammino, di uomini talvolta fragili e peccatori, dove la tenerezza di Gesù pastore, evocata nella parabola immediatamente precedente (Mt 18,12-14), dovrebbe riflettersi e riverberarsi nell'esistenza, nei gesti, nei volti dei credenti. Una tenerezza, una passione tenace che non ha niente a che fare con un certo 'buonismo' di bassa lega, con una facile 'tolleranza', per cui si fa finta di non vedere le colpe e le vie sbagliate, si giustifica tutto, in nome della libertà di scelta, e si diventa conniventi complici della mediocrità, del compromesso, perché, alla fine, è più comodo, non disturba, non inquieta. Nelle parole del Signore c'è in vista una situazione determinata, un fratello che commette una colpa, che sta imboccando strade di peccato e di menzogna; si tratta sempre di un fratello che sta assumendo un atteggiamento oggettivamente disordinato, di male, di peccato, e che viene guardato appunto non come un estraneo, ma come membro di una stessa famiglia, come fratello nella fede. In questo caso, l'amore all'altro si esprime come cura, come richiamo, discreto e chiaro: 'Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo; se ti ascolterà, avrai guadagnato tuo fratello. Quando qualcuno ha veramente a cuore la nostra vita, il cammino verso il nostro destino e il nostro bene, non ha paura di riprenderci, di offrirci un punto netto di richiamo, non teme di perdere la nostra amicizia, quando questa è vissuta nella libertà e nella limpidezza della fede. Ed è questa passione al bene autentico, che si dispiega nei diversi passaggi, prospettati dal testo evangelico e riflessi, sicuramente, nella prassi della comunità per cui Matteo scrive il suo vangelo: prima il richiamo personale, senza clamore, poi il ricorso ad alcuni testimoni, quindi l'intervento della comunità. Come estrema ratio, si intravede la scomunica, l'essere messo ai margini della vita ecclesiale, con il desiderio che questa ultima parola, questa pena possa toccare il cuore e diventare, magari nel tempo, una ferita che riapra la strada alla conversione, al pentimento, al riconoscimento umile del proprio peccato. Al di là delle forme storiche, con cui nella Chiesa si attua questa correzione fraterna, ciò che conta è il non rimanere indifferenti di fronte al male, che inquina e sfigura il volto dell'uomo e della comunità, avere il coraggio della verità, nella tenacia e nella pazienza di un richiamo, di una parola chiara; allo stesso tempo, per chi riceve la correzione, è essenziale scoprire in questo gesto una cura, una vera affezione, e perciò essere grati di avere amici, fratelli, che non ci permettono di confondere il bene con il male, e che ci ripropongono la strada giusta per la nostra autentica maturità. Una tale intensità di rapporto fraterno, carico di tenerezza e di forza, è possibile solo nella coscienza del mistero che accade tra i discepoli dell'unico Signore e maestro; per questo motivo, Matteo associa alla parola sulla correzione fraterna, quella sull'efficacia della preghiera, quando nasce da una sinfonia dei cuori, da un accordo profondo, e in tal modo manifesta la grazia di una presenza: 'Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro'. Riconoscere nella fede la presenza del Dio con noi, nel segno della nostra unità, nel Suo nome, impedisce di essere estranei gli uni agli altri, perciò il peccato del mio fratello mi riguarda, diventa urgenza di conversione e desiderio di umile, ma decisa correzione, perché si possa camminare speditamente nella verità.

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