2a domenica di Avvento - anno A, Matteo 3, 1-12
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!
Il vangelo proposto alla nostra riflessione s'incentra sulla figura e la testimonianza di Giovanni il Battista: Matteo, seguendo lo schema di Marco, introduce la vita pubblica del Signore presentando la missione dell'ultimo profeta in Israele, come colui che ha avuto il compito e la grazia di poter indicare presente il Messia atteso.
Il vangelo proposto alla nostra riflessione s'incentra sulla figura e la testimonianza di Giovanni il Battista: Matteo, seguendo lo schema di Marco, introduce la vita pubblica del Signore presentando la missione dell'ultimo profeta in Israele, come colui che ha avuto il compito e la grazia di poter indicare presente il Messia atteso. La figura del Battista richiama la necessità , sempre valida in ogni cammino di fede, di avere qualche testimone che guidi il cuore e lo sguardo dei credenti a riconoscere e ad accogliere il Signore che viene; ora Giovanni rappresenta, innanzitutto, un uomo conquistato dalla forza dello Spirito e della parola, che annuncia in modo radicale il primato di Dio nella vita. Si ritira nel deserto di Giuda e lì proclama il suo messaggio, non tanto per una scelta d'ascesi, ma per esprimere, nella propria carne, la stessa parola che egli annuncia: chiamato ad essere 'voce di uno che grida nel deserto', secondo le parole d'Isaia, sceglie il deserto, luogo del silenzio e dell'essenziale, per far risuonare la sua voce. Come ogni vero profeta, Giovanni è un segno vivente per il popolo, una parola incarnata, che anticipa l'evento della Parola, fatta carne e volto umano in Gesù; noi tutti, per vivere l'Avvento, abbiamo bisogno di tali testimoni, da guardare ed ascoltare, nei quali possa trasparire il mistero di una Presenza che afferra e cambia il cuore. Il contenuto dell'annuncio profetico è semplice e si raccoglie nella stesso imperativo che segnerà l'inizio della predicazione di Gesù: 'Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino' (Mt 4,17); come noto, il verbo greco adottato da Matteo (metanoein) indica, prima che un cambiamento morale, una novità di giudizio, di mentalità , che, evidentemente, si riflette nell'agire e nelle scelte, nel fare 'frutti degni di conversione', e questa conversione si realizza secondo un percorso, implicitamente disegnato in questa pagina evangelica. Infatti, il primo gesto che compiono i Giudei che accorrono a Giovanni, è la confessione dei propri peccati, espressa in un gesto rituale di abluzione, il battesimo nelle acque del Giordano: sempre il primo passo della conversione è l'umile coscienza d'essere peccatori, è assumere questa posizione di verità , in se stessi, che sa riconoscere la miseria del male compiuto, e si apre alla misericordia di Dio; nell'esperienza della fede cristiana, questa confessione e questo 'battesimo' di conversione trovano la loro attuazione nel gesto sacramentale del Battesimo e della Penitenza. Inoltre, nella sua predicazione, Giovanni indirizza l'attenzione di suoi uditori non a sé, ma a colui che deve venire, che anzi è ormai alle porte, e lo preannuncia, in modo suggestivo, come il più forte, che battezzerà in Spirito santo e fuoco: 'Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me ⦠egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco'. Il Battista vive per lui, non si sente nemmeno degno di portargli i sandali, come fa uno schiavo per il suo padrone, e sa che sarà Lui, l'Atteso e il Veniente, il giudice ultimo, che svelerà chi veramente ha il cuore retto e aperto a Dio. Conversione, in questa prospettiva, è aprire il cuore al Signore che viene, lasciarci immergere dalla potenza dello Spirito, dalla parola di Cristo, che come fuoco, brucia le impurità e la menzogna, e mostra la verità di ciascuno davanti al Padre. Contro una falsa sicurezza, che non è solo dei farisei e dei sadducei di allora, ma che può rinnovarsi nel presente, contro una formale appartenenza, per cui ci si crede salvi, a posto, 'Abbiamo Abramo per padre', Giovanni fa appello ad una conversione reale, che imprima una forma nuova alla vita, che porti a dare frutti buoni.In questa seconda tappa del cammino d'Avvento, ci è consegnata questa parola forte ed essenziale, che trova la sua prima realizzazione nel volto del Battista e nello stile della sua esistenza di uomo del deserto: la vigilanza che caratterizza i giorni iniziali dell'Avvento si specifica così come ascolto del vero testimone, come obbedienza ad una parola trasformante, come conversione vissuta.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento