Scuole paritarie: quale futuro?
Contano 900.000 studenti e 180.000 lavoratori
La pandemia dovuta al Covid-19 sta rivelando i suoi effetti nefasti anche a livello sociale, mettendo sotto pressione le stesse strutture istituzionali, architravi della costruzione democratica.
La crisi che sta vivendo il settore dell’istruzione in questo momento di emergenza è gravissima e colpisce soprattutto le scuole paritarie. Le scuole paritarie rappresentano un asset strategico per il Paese, con 900.000 studenti e 180.000 lavoratori coinvolti tra docenti, assistenti, personale amministrativo, manutentori e tecnici. Allargando il raggio occupazionale anche all’indotto, si oltrepasserebbero i 250.000 addetti. Al di là dei numeri, le scuole paritarie sono fondamentali per il sistema di welfare del nostro Paese, in particolare per le politiche di conciliazione, visto che quasi la metà dei bambini delle scuole dell’Infanzia frequenta un Istituto paritario mentre per i servizi 0-3 (Nido e Primavera) gli istituti privati rappresentano la gran parte dell’offerta totale, offrendo alle famiglie servizi che lo Stato non è in grado di garantire. In Liguria il sistema delle scuole paritarie di ogni ordine e grado coinvolge migliaia di famiglie con 22.000 allievi e centinaia di posti di lavoro in gioco.
Le Scuole Paritarie sono parte integrante del sistema pubblico dell’istruzione insieme alle Scuole Statali (grazie alla Legge 62/2000 voluta dal Ministro Berlinguer). La parità però non si traduce in reale sostegno economico, visto che i contributi pubblici coprono solo in minima parte i costi di gestione delle Scuole Paritarie, che devono essere integrati dalle famiglie. Le scuole paritarie sono spesso delle eccellenze del sistema di istruzione nazionale e perderle avrebbe conseguenze sociali ed economiche gravissime.
Inoltre questi istituti consentono allo Stato un risparmio annuale di diversi miliardi di euro sull’istruzione e la loro chiusura provocherebbe uno tzunami sociale senza precedenti: senza il sostegno di queste strutture centinaia di migliaia di famiglie non avranno il supporto necessario per tornare alla loro attività lavorativa in serenità, contando su strutture di buona qualità, con personale qualificato e in ambienti particolarmente accoglienti.
La conseguenza sarebbe nefasta anche per i conti dello Stato stesso, contrariamente a quanto si pensi comunemente: lo Stato dovrebbe infatti trovare nel giro di qualche settimana (ipotizzando la riapertura delle scuole a settembre) locali e strutture per 600.000 bambini della Scuola dell’Infanzia e altri 300.000 tra primaria e secondaria di primo e secondo grado. Tutto ciò significherebbe anche l’assunzione diretta di decine di migliaia di nuovi addetti, l’individuazione e l’adeguamento di strutture per ospitare bambini in ambito scolastico, management adeguati, sicurezza, sanificazione e igienizzazione adeguati per le nuove strutture (in epoca post Covid…). I costi sarebbero insostenibili.
Questo scenario apocalittico rischia di diventare reale nel breve termine se non ci sarà una presa di coscienza del ruolo sociale e culturale fondamentale delle scuole paritarie nel nostro Paese. In questo momento le scuole sono vicine al collasso finanziario dovuto al lockdown.
Sono questi i numeri che danno il via alla campagna di comunicazione social “#perunanuovascuola” tramite il video di Mario Salisci, Sociologo dell’Università di Genova, esperto di Educazione e Vice Presidente FIDAE Liguria. In questo momento di ripartenza del Paese diventa più che mai necessario costruire insieme una nuova Scuola Pubblica, Statale e Paritaria. Studenti, insegnanti, famiglie, esperti e tutti coloro che hanno a cuore la Scuola potranno creare un video fino a 3 minuti con l’hashtag #perunanuovascuola, raccontando la loro idea di nuova scuola e dando soluzioni concrete per la ricostruzione inviando un messaggio sulla pagina Facebook perunanuovascuola. I video più significativi saranno inseriti nella Pagina e da questi contributi partirà il confronto tra scuole e istituzioni.
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