Commenti
stampa

Recovery e Cassa integrazione: da affrontare!

Nodi da sciogliere del nuovo esecutivo che si sta formando

Il presidente del Consiglio di vigilanza dell'Inps Domenico Loy ha denunciato con forza la gravità della situazione economica e finanziaria dell'Istituto confermando: "C'è un buco di 16 miliardi di euro nel bilancio Inps, creato proprio dalla Cig Covid. Il legislatore dovrebbe intervenire prima di mettere a rischio la sostenibilità e dunque le prestazioni Inps. Se non viene ripianato, quando si tornerà all'ordinario, l'Inps rischia di non avere le risorse, che ricordo sono frutto di contributi di imprese e lavoratori, per erogare le prestazioni. O doverle ridurre incluse le pensioni". Domenico Loy ha rimarcato come il suo avvertimento sia il richiamo ad un preciso dovere istituzionale dal momento che il compito primario del Comitato di vigilanza è proprio quello di sorvegliare l'Istituto di previdenza ed i suoi conti nell'interesse dei soggetti che hanno contribuito a formare il suo patrimonio.
L'Inps ha ancora circa 200 mila pratiche in giacenza e ci sono almeno 1,2 milioni di lavoratori ancora in attesa del pagamento della Cassa integrazione Covid da parte dell'Istituto con una stima per il mese di dicembre di 365mila pratiche per oltre 2 milioni di persone. Il ritardo dell'Inps è inspiegabile e le motivazioni addotte sembrano surreali come quella che i soggetti destinatari non avrebbero imputato correttamente il loro numero di codice Iban e, se anche questo fosse vero, si tratterebbe di un problema che con un minimo di organizzazione si sarebbe potuto risolvere in tempo reale. La cassa integrazione veloce è rimasta solo uno slogan, come troppo spesso accade nel nostro paese, con l'anticipo della Cig da parte delle banche che non è mai decollato, quello del 40 % in 15 giorni dall'Inps neanche ed il regime speciale, in deroga a molti passaggi compreso l'accordo sindacale, che è rimasto un sogno nel cassetto.
Bankitalia e Fmi confermano per quest'anno una stima della crescita del Pil che, nella migliore delle ipotesi, non dovrebbe superare il 3-3,5 per cento (poco più della metà delle proiezioni del governo con i provvedimenti più importanti come i 32 miliardi di euro del decreto Ristori V ed il Recovery Plan rallentati dal tempo perso a causa della crisi di governo). Fmi, Bankitalia e Confindustria hanno ancora una volta sottolineato come la ripresa non potrà diventare reale prima della primavera-estate, con il rischio di uno slittamento all'autunno, e come si tratterà di una fase molto delicata e complicata con il passaggio da un contesto basato sui sussidi al ritorno ad una produzione normale subordinata al successo della campagna vaccinale su larga scala che, per ora, sta continuando a slittare e richiederà tempi molto più lunghi di quelli promessi.
I sindacati chiedono uniti con forza di non aspettare la scadenza del 31 marzo per rinnovare il blocco dei licenziamenti e la Cig pagata integralmente dallo Stato per fronteggiare uno scenario terrificante da un milione di posti di lavoro persi da aprile ancora in piena pandemia e con una campagna di vaccinazioni solo agli inizi. Il Cnel nel suo Rapporto annuale parla di una situazione "esplosiva" con oltre 12 milioni di lavoratori, tra dipendenti ed autonomi, interessati dagli effetti della pandemia con un'attività sospesa o ridotta. Analizzando i singoli fattori il quadro diventa ancora più allarmante con 6,5 milioni di lavoratori a termine, e quindi altamente vulnerabili, ed mancato rinnovo di contratti per oltre 10 milioni di persone con un'incidenza del 77 % sul totale. La sfida vera è quella di individuare le risorse per accompagnare i lavoratori, in particolare quelli fermi da quasi un anno e che hanno perso competenze e connessioni, a riqualificarsi e ripartire".
In questo contesto diventa sempre più elevato, per il post-pandemia, il rischio di una netta caduta della "dinamica d'impresa" come accaduto nell'area Euro negli anni dopo le ultime crisi finanziarie, tra il 2013 ed il 2017, con un maggior numero di imprese che chiudevano rispetto a quelle che nascevano a causa dei sostegni pubblici del dopo crisi che avevano creato un ambiente imprenditoriale più protetto ma anche più timoroso e meno innovativo. Ora gli enormi ristori e le reti di protezione predisposti dagli stati per fronteggiare gli effetti della pandemia da Covid19 rischiano di provocare lo stesso effetto ma molto più amplificato a causa della loro ampiezza senza precedenti nella storia recente.
Per poter fronteggiare e superare questo momento così delicato per l'Italia è necessario che il Parlamento e le forze politiche che lo compongono abbandonino ogni logica di potere e di interesse di parte per individuare una squadra di governo in grado di combinare capacità tecnica e capacità politica per ritrovare la fiducia in Europa e nel mondo individuando le misure necessarie per arrivare prima e nel modo migliore possibile alla fine della pandemia e per allocare al meglio le risorse messe a nostra disposizione con il Recovery Fund. Gli italiani sono stanchi di inutili parole ed hanno bisogno di un esecutivo che possa dare sicurezza sui temi che più stanno loro a cuore come i vaccini, l'utilizzo dei soldi messi a nostra disposizione dall'Europa, la riapertura delle scuole, lo sblocco dei cantieri e la soluzione del problema occupazionale.

Fonte: Il Cittadino
Recovery e Cassa integrazione: da affrontare!
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento