No agli dei della guerra maestri di falsità
Responsabilità degli operatori della comunicazione smascherare le falsità
Quello che stiamo vivendo è un tempo particolarmente difficile e preoccupante. Tante persone lo vivono con ansia e con angoscia crescenti, non solo per i problemi economici e del lavoro.
La guerra che da oltre un anno si sta combattendo in Ucraina non è ancora alle porte, ma è forte il timore e l’angoscia che possa arrivare alle nostre porte con conseguenze devastanti.
Quella in Ucraina è una tra le tante guerre che insanguinano purtroppo decine di Nazioni e i pesanti riflessi, in un mondo divenuto piccolo, si vedono già anche nel nostro Paese.
Se poi allarghiamo lo sguardo al limitare dei nostri confini geografici, ci sentiamo coinvolti nell’impressionante dramma dei profughi e dei migranti. A decine di migliaia si riversano dall’Asia e dall’Africa nel meridione del nostro Paese, sopportando viaggi inumani. Tanti annegano e trovano la morte in quel mare che all’apparenza doveva rappresentare la strada per la libertà e per una nuova vita. Si tratta di un fenomeno epocale che mette in evidenza da un lato la generosità di tanti nel campo dell’accoglienza e della solidarietà, e dall’altro l’insensibilità, la contrarietà e l’indifferenza di altrettanti.
Altro elemento di preoccupazione ‘in casa nostra’ deriva dall’attuale situazione politica e sociale.
Abbiamo, infatti, appena celebrato due date molto importanti: il 25 aprile, ricorrenza nazionale che si celebra per commemorare la liberazione dell'Italia dal nazifascismo e il 1° maggio, Festa dei Lavoratori, che viene celebrata in molti Paesi del mondo, a sostegno delle lotte per i diritti dei lavoratori e che anche oggi conserva la sua validità.
Le due ricorrenze, anziché ricordare e praticare i valori che sottintendono, sono state contaminate, in particolare quest’anno, da dure e soprattutto pretestuose occasioni per tornaconti politici, complici anche molti mass media che dovrebbero sentirsi chiamati anch’essi ad abbassare i toni.
L’attuale assetto politico e amministrativo, democraticamente scaturito dalle ultime elezioni nazionali, sta prestando il fianco a contrapposti rigurgiti di un passato che chiaramente preoccupa e che non è ancora abbastanza lontano per essere superato.
Non pochi strumenti di comunicazione riportano fatti di cronaca talvolta con obiettività, talvolta invece con carichi di falsità, animosità, insulti e indisponenti revisionismi storici, in spregio alle evidenti e consolidate verità.
Non c’è da stupirsi che questo accada, soprattutto oggi: gli ‘dei della guerra’ sono maestri ben preparati anche in materia di falsità!
Grande dunque è la responsabilità di chi opera nel multiforme campo della comunicazione. La pace sociale è anche nelle loro mani. Conoscere e comunicare la verità è una missione da non tradire.
È questo un impegno ben preciso che – nei 150 anni della sua storia – Il Cittadino ha sempre cercato di onorare.
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