La pandemia mina imprese e bilanci
Quarta ondata Covid ed economia europea
La legge di Bilancio prevede l'avvio dell'attenuazione dell'enorme meccanismo di sostegno economico alle piccole, medie e grandi aziende rappresentato dalle garanzie pubbliche che i governi Conte e Draghi hanno deciso di mettere in campo con uno sforzo da 240 miliardi di euro che negli ultimi 20 mesi ha consentito alle banche di continuare a sostenere le imprese che a causa dell'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid19 non sarebbero più state in grado di accedere al credito a causa del crollo del fatturato e del blocco totale o parziale della loro attività.
Questo sostegno pubblico ha permesso di limitare i fallimenti aziendali che sono rimasti molto contenuti con un generale aumento del volume dei crediti concessi, anche se purtroppo è stato anche utilizzato impropriamente per spostare il rischio creditizio dal sistema bancario al Tesoro, e ad oggi la Relazione tecnica alla legge di Bilancio evidenzia all'articolo 14, che rinnova almeno fino al 30 giugno 2022 le misure adottate, il rischio stimato dall'Erario per questo sostegno che sarà non inferiore ai 22 miliardi di euro a causa delle numerose aziende che non saranno in grado di restituire il denaro che è stato loro prestato.
La relazione a corredo della manovra chiarisce che "A copertura pluriennale dell'operatività del Fondo Mcc già insistono risorse per circa 25 miliardi di euro e, considerata la perdita attesa sul portafoglio garantito al 31 dicembre 2022 pari a circa 22 miliardi di euro, sono stimate risorse libere da impegni pari a circa 3,4 miliardi".
Molti esperti ritengono la stima di 22 miliardi estremamente ottimista a causa delle moratorie che hanno congelato le rate e sono ancora in essere per 60 miliardi, dei preammortamenti che ritardano il pagamento della quota capitale e per l'incertezza dello sviluppo della quarta ondata della pandemia che potrebbe limitare la crescita del Pil che fino ad oggi ha permesso di limitare le situazioni di crisi per le piccole e medie aziende che sono la categoria più esposta alla chiusura e che potrebbero non reggere gli effetti di un nuovo calo del fatturato.
L'ipotesi del ritorno alla normalità previsto nella legge di Bilancio con una riduzione delle percentuali garantite (dal 90 all'80% per i finanziamenti sotto i 30mila euro), l'introduzione di una commissione tra lo 0,1 e lo 0,5 % e il limite massimo di impegni fino a 50 miliardi di euro si scontra con l'evoluzione della pandemia con Bruxelles che sta preparando nuove raccomandazioni per arginare la nuova ondata e la cancelliera tedesca Angela Merkel che in occasione di una recente conferenza stampa ha sottolineato che è "Necessario che tutti rispettino le regole, perché siamo in una situazione veramente seria, veramente drammatica. Bisogna agire rapidamente". L'unione europea presenterà nei prossimi giorni le nuove raccomandazioni che disciplinano il Green Pass, in Europa chiamato Digital Covid Certificate, per fronteggiare l'ondata di contagi che si sta propagando senza controllo in arrivo dall'est come ben sottolineato dall'Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie che ha confermato che quasi tutta l'Europa orientale è diventata zona rossa con un forte aumento delle ospedalizzazioni e dei morti anche a causa della bassa percentuale di vaccinati.
Le decisioni assunte dall'Austria con un nuovo lockdown generalizzato di 20 giorni, dalla Germania con restrizioni localizzate in alcune aree e da tanti altri paesi come Grecia e Belgio che hanno nuovamente adottato misure restrittive per cercare di contenere lo sviluppo dei contagi preoccupano le imprese impegnate in una ripresa resa difficile dall'aumento dell'inflazione, dai costi dell'energia e dal rallentamento della filiera della logistica.
Chiristine Lagarde, al vertice della Bce dal 2019, ha dovuto ammettere che l'inflazione potrebbe restare alta più a lungo del previsto ed in un'audizione al Parlamento europeo ha confermato che "Vediamo ancora che l'inflazione si modererà il prossimo anno ma ci vorrà più tempo di quanto inizialmente previsto", mentre fino ad ottobre la Lagarde aveva sempre confermato che si trattava di un aumento dei prezzi temporaneo, ed ha dovuto anche ribadire che per risolvere i problemi che si registrano nelle catene di rifornimento bisognerà aspettare "più a lungo di quanto originariamente pensato" con una previsione "di indebolimento delle prospettive a breve termine per la produzione manifatturiera" a causa della carenza di materie prime, attrezzature e manodopera.
L'Istat negli ultimi dati diffusi conferma in ottobre un aumento annuo dell'inflazione del 3 % contro la precedente stima del 2,9 % e considerando il metodo di Eurostat il dato sale al 3,2 con una crescita che non si vedeva dal settembre del 2012 in una situazione che preoccupa sempre di più i consumatori ed i commercianti per la perdita di potere d'acquisto, con Confesercenti che stima una perdita di consumi tra quest'anno ed il prossimo di 9,5 miliardi di euro, e le famiglie ed imprese che devono sostenere l'aumento del costo del credito che in ottobre mediamente è già salito all'1,43 % rispetto all'1,39 di settembre. La crisi in Italia del colosso Carrefour che ha annunciato la chiusura nel nostro paese di 106 negozi con 769 esuberi distribuiti in 9 regioni a causa "del complessivo calo del fatturato e dei clienti da un lato e l'incidenza del costo del lavoro dall'altro" che hanno determinato "una situazione di grave squilibrio che ormai non è più sostenibile" rilancia il problema della necessità di un intervento urgente del governo per evitare che il costo lordo del lavoro dipendente e le normative vigenti continuino a causare la chiusura di siti produttivi ed attività commerciali che giorno dopo giorno stanno trasformando i nostri cittadini in un popolo di assistiti senza quella dignità che viene solo dal lavoro.
Gli impegni assunti dal nostro esecutivo con il Pnrr ed il progetto di legge di Bilancio inviati alla Ue hanno ottenuto il via libera da Bruxelles rendendo possibile per il nostro paese accedere alla seconda tranche di fondi per 20 miliardi di euro che dovrebbero entrare nelle casse dello Stato nei primi due mesi del 2022. Diventa ora necessario fornire al premier Mario Draghi ed ai suoi ministri il massimo sostegno per riuscire a portare avanti il Pnrr e le grandi riforme promesse per permettere al paese, in un momento reso più difficile dall'arrivo della quarta ondata della pandemia ed il forte rischio di cadere di nuovo nell'emergenza sanitaria, di proseguire sulla strada della ripresa e superare i nuovi ostacoli che stanno nascendo ogni giorno abbandonando la lotta in corso per l'elezione del nuovo Capo dello stato che rischia di rallentare o bloccare la faticosa attività di Draghi e del suo governo.
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