Italia: tra i problemi la disoccupazione!
Preoccupano anche il forte calo demografico e il calo del Pil
L' annuncio del presidente della Banca centrale americana Jerome Powell "Il nostro obiettivo dominante è il massimo dell'occupazione" inaugura una nuova strategia contro la depressione economica causata dalla pandemia da Covid19 che è una vera rivoluzione monetaria tale da far sembrare totalmente inadeguate anche le terapie shock messe in campo in occasione della crisi del 2008. Per la prima volta il massimo rappresentante della Fed spiega come il vero problema sia l'inflazione troppo bassa contro la quale deve essere messo in campo ogni strumento disponibile per ridare vita ad un'economia agonizzante in cui le vecchie strategie diventano anacronistiche e dannose ed è necessario avere il coraggio di comprendere che il vero nemico da sconfiggere è la disoccupazione e la povertà in cui stanno piombando un numero sempre maggiore di famiglie e di giovani.
La decisione di abbandonare il principio di prevenire in ogni caso ed a qualunque costo l'inflazione alzando i tassi d'interesse non quando l'aumento era già consolidato e si avvicinava al 2 % ma appena se ne intravvedevano i primi segnali all'orizzonte e di mettere in campo una politica di tassi zero o sottozero con liquidità abbondante per un orizzonte temporale extra-lungo deve essere attentamente valutata anche in Europa dalla Bce per affrontare la sfida di un mondo in una gravissima recessione in cui in un trimestre il Pil americano ha perso un terzo del suo valore annuale. La sfida è ora quella di non rischiare di trovarci di fronte ad un "decennio perduto" esattamente come accaduto negli anni trenta del secolo scorso.
La strategia della Fed è quella di permettere alle famiglie americane di avere un aumento di reddito disponibile con la riduzione dei ratei sui mutui casa e sulle carte di credito, al governo federale di continuare a promuovere manovre in deficit con un costo irrisorio per gli interessi al servizio del debito ed alle imprese di finanziarsi sul mercato con l'emissione di bond che pagano tassi minimi vicini allo zero. Questa politica che resterà espansiva anche quando ci sarà un ripresa in via di consolidamento con i tassi di interesse che in Europa, in mancanza di decisioni da parte della Bce, finirebbero per aumentare prima che in America creerebbe una grave divaricazione monetaria tra le due sponde dell'Atlantico che finirebbe per determinare una forte rivalutazione dell'euro sul dollaro che sarebbe fatale per l'export che rappresenta invece uno dei fattori determinanti per la ripresa italiana ed europea. L'Ocse ha confermato che nel secondo trimestre del 2020 i principali paesi industrializzati hanno subito un calo del Pil senza precedenti e che l'economia si è contratta del 9,8 % contro l'1,8 % dei primi tre mesi dell'anno ribadendo nella nota di accompagnamento che "il dato è significativamente peggiore del meno 2,3 % segnato nel primo trimestre del 2009 nel picco negativo della crisi finanziaria". In Italia sulla base dei dati Ocse il Pil è diminuito nel secondo trimestre del 12,4 %, come confermato anche dall'Istat.
In questo contesto è molto importante tenere presente anche il dato diffuso dall'Istat sulle nascite nel nostro paese che evidenzia per il 2019 nel Bilancio demografico nazionale il minimo storico dall'Unità. Anche il numero dei cittadini italiani che hanno richiesto la cancellazione dalle liste anagrafiche è in costante aumento e nel 2019 ha raggiunto le 182.154 unità rendendo ancora più debole la struttura demografica nazionale.
La prima reazione dei vertici della Bce di fronte alle decisioni della Banca centrale americana ha destato molte preoccupazioni perché sembra, ancora una volta, viziata dalle diverse posizioni tra i partner europei con il Nord e la Germania. Questa grande differenza tra la realtà americana, dove tutte le decisioni più importanti prese dalla Fed riguardano un solo paese, e l'Europa, dove invece la Bce influenza la vita di diciannove paesi diversi, determina il rischio di un allungamento dei tempi decisionali per le nuove iniziative che la Banca centrale europea dovrebbe prendere tempestivamente per non perdere tempo prezioso per evitare un aggravamento della crisi economica e finanziaria e l'esplosione della disoccupazione.
Il blocco dei licenziamenti per legge imposto in Italia e confermato con il decreto d'agosto, con la proroga della cassa integrazione per altre 18 settimane, rappresenta una nuova misura tampone ma non la soluzione ad alcun problema occupazionale. Si tratta ancora una volta di un modo per allontanare nel tempo il problema ma si tratta di uno spazio temporale molto breve che scadrà presto. E' necessario che il nostro esecutivo agisca sulla Bce in tempi rapidi affinchè comprenda il cambiamento epocale messo in moto dalla decisione di Powell e blocchi le azioni dei paesi che continuano a spingere perchè venga mantenuta una strategia che mira "all'inflazione vicina o più bassa del 2 %" ,con un'ipotesi discussa dalla Germania che prevede come obiettivo anche di dimezzare l'inflazione all'1 %, con l'inevitabile conseguenza di alzare i tassi di interesse più velocemente e causare un blocco irreparabile dell'economia e un continente di disoccupati.
Antonio Salvietti
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