Agesc Liguria: scuola e valori non negoziabili siano alla base dei programmi dei partiti
Appello dell’Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche in vista delle prossime elezioni
Dialogo aperto con tutti, spirito di sinodalità, associativo, "eucaristico", ma anche una scelta a favore di quei valori non negoziabili, cioè difesa della Vita, della Famiglia e della Libertà di scelta educativa, considerati da AGeSC Liguria come il fondamento della società.
Ecco l'indicazione del direttivo dell'Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche della Liguria che, pur mantenendo la vocazione apolitica, per le prossime elezioni politiche ha voluto offrire un contributo di riflessione a favore sia dei propri associati che dei genitori degli oltre 13.000 alunni iscritti alle scuole cattoliche della nostra regione.
Siamo arrivati a questa conclusione ponendoci da cattolici alcune domande. La prima e fondamentale domanda è: quali valori desideriamo noi cattolici che la politica proponga e difenda nel corso del suo mandato?
Chi intende svolgere un ruolo nella società civile deve sapere che il suo impegno di governo e la sua azione politica devono conformarsi al fine per il quale Dio ha istituito l’autorità temporale; deve orientarsi alla ricerca e alla realizzazione del bene comune, conciliare Verità con Carità, aprirsi alla tolleranza, vivere l'accoglienza.
È sempre più necessaria la formazione di una classe politica che si renda protagonista della rinascita morale del Paese e che consideri il proprio ruolo come un servizio reso alla comunità.
Cosa significa, nel quotidiano, “dare a Cesare quel che è di Cesare”? Non si riferisce solo al dovere del cittadino cattolico di pagare il giusto tributo all'autorità civile ma anche – e soprattutto - quello di impegnarsi come cittadino titolare di diritti elettorali attivi e passivi, cooperando al bene comune, impegnandosi a votare scegliendo consapevolmente chi meglio difenda il suo nome, i principi della legge naturale e della religione. Soprattutto in questi tempi confusi è bene cercare di riflettere e di comprendere quanto sia importante la coerenza del nostro voto con i principi della morale cristiana a cui noi tutti desideriamo conformarci. Crediamo, quindi, necessario e ragionevole capire la posizione dei vari partiti e dei loro candidati per esprimere un voto consapevole e responsabile.
Tante volte interrogati sul destino e sul futuro dei nostri figli, abbiamo compiuto scelte importanti, in primis scegliere la scuola cattolica per la loro educazione; pensando a loro, abbiamo sostenuto rinunce e aderito a ciò che abbiamo ritenuto il meglio, a costo di fatiche e sacrifici, sempre fiduciosi di un Bene maggiore e certo.
L’attuale situazione politica estremamente complessa ci esorta a informarci sui programmi dei partiti per vigilare su alcuni temi che noi cattolici consideriamo di estrema rilevanza morale, i cosiddetti “valori etici non negoziabili”; lo vogliamo attraverso una riflessione libera e nel massimo rispetto per le differenze senza però essere additati come retrogradi, bigotti o intransigenti. Questi valori non sono solo cristiani e cattolici: si tratta di valori validi a livello universale, facenti parte del cosiddetto diritto naturale. Primo tra tutti, la Vita.
Da genitori ci sentiamo la responsabilità di vigilare sulla Vita, sacra dal concepimento alla morte naturale.
“Non uccidere”: non è un concetto solo cristiano, infatti in tutte le legislazioni del mondo viene accettato il principio che non si può uccidere il prossimo.
Il diritto di vivere e di ricevere cure è sancito persino dalla “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia”: i bambini vengono considerati individui a pieno titolo, che hanno diritto quindi alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione, alla partecipazione alla società. È interessante anche conoscere le nazioni che non hanno ratificato questa convenzione, c’è da sorprendersi... Come conciliare allora questi diritti universalmente riconosciuti con ciò che le nostre illuminate nazioni occidentali stanno cercando di propugnare, proponendo leggi che esprimono atti contrari a questi principi?
Aborto (si parla di un miliardo di aborti nel mondo negli ultimi 20 anni ... un vero genocidio censurato), eutanasia, suicidio assistito, fecondazione artificiale, sperimentazione embrionale, ... concetti di negazione della Vita ripetutamente denunciati da Papa Francesco, rimasto puntualmente inascoltato, che devono però incidere al momento della scelta su chi ci rappresenta concretamente nella società civile e politica.
Da genitori ci sentiamo la responsabilità di vigilare sulla Famiglia, vero cuore della società: sono necessarie politiche economiche, sociali e fiscali a misura di famiglia (non una tantum!) tali che possano limitare i danni del c.d. “inverno demografico”. Cerchiamo di capire se e come il partito o il candidato che abbiamo individuato, difenda la famiglia naturale, composta da uomo e donna; proponga forme di aiuto per le famiglie, per incentivare e sostenere la natalità; non sosterremo il partito o il candidato che propugni altre forme di matrimonio, il generare vita attraverso la pratica dell’utero in affitto, l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, l'ideologia LGBTQE e la teoria gender, a volte imposta attraverso corsi legati alla sessualità nelle scuole, e definita dallo stesso Papa Francesco come "una nuova forma di nazismo".
Da genitori ci sentiamo la responsabilità di vigilare sulla scuola, anche e soprattutto sulla nostra amata scuola cattolica. Sosterremo chi si impegnerà per rilanciare l’urgenza di attuare nel nostro Paese la piena libertà di scelta educativa: si tratta dell’innesco fondamentale per la ripresa culturale e valoriale e per la realizzazione di un sistema scolastico di qualità a livello europeo. In molti paesi europei - escluse Italia e Grecia - la possibilità di scegliere la scuola dei figli è riconosciuta dallo Stato in varie forme come un diritto per i genitori e la chiave di volta per il benessere e lo sviluppo economico della società.
Per la Costituzione Italiana a tutti i cittadini deve essere garantito il diritto alla libertà di scelta educativa (art. 30) e “sulla carta” - per la Legge n. 62 del 2000 - un genitore può scegliere la scuola pubblica che desidera, statale o paritaria. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, articolo 26, afferma che i genitori “hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli”. Stesso concetto è stato ripreso dalla Convenzione Europea (1950), dall’Unesco (1966), e dalla Comunità Europea (1984); ma in Italia, in realtà, il cittadino poco abbiente deve pagare, quindi non è libero. La scuola pubblica paritaria - solo in Italia (e in Grecia) - ha un costo troppo alto per le tasche dei poveri: tasse per lo Stato e retta salata per la scuola. Così il cittadino meno abbiente non può scegliere dove educare il proprio figlio, quindi i diritti educativi delle famiglie sono calpestati. Eppure anche nella laicissima Francia le rette delle scuole “non statali” sono bassissime, a motivo dei finanziamenti ricevuti anche dalle amministrazioni locali. In Italia, ad eccezione di Regioni virtuose (Veneto, Lombardia e Piemonte) di media ogni studente della scuola pubblica statale riceve (cioè costa a noi contribuenti) circa 7.000 euro all’anno; lo studente della scuola pubblica paritaria primaria riceve circa 450 euro!
Tanti spunti che speriamo possano rappresentare un contributo per una scelta meditata e partecipativa.
*Agesc Liguria
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