Reality
Regia: Matteo Garrone.
Durata: 115 minuti
Regia: Matteo Garrone.
Durata: 115 minuti
Luciano Ciotola vive a Napoli, è sposato ed ha tre figli; con la moglie Maria mette a segno piccole truffe per integrare i modesti guadagni che gli procura una pescheria. Un giorno partecipa alle selezioni per entrare nella casa del Grande Fratello; i responsabili del casting sembrano rimanere impressionati da Luciano e gli dicono di rimanere in attesa di una chiamata… ma da quel momento la vita di Luciano cambierà radicalmente. Acclamato all'ultimo Festival di Cannes, dove ha ottenuto il Gran Premio della Giuria, Matteo Garrone mette a segno un gran bel film dove si coniugano teatro e cinema, commedia e tragedia, etica e morale. Soprattutto parla di una società che sembra aver smarrito il senso della vera realtà, per immergersi in una dimensione fasulla, tratta dalle immagini che provengono da troppa televisione, in cui tutto diventa "reale" solo perché visto attraverso una telecamera, un reality, appunto, e dunque finto e illusorio. Garrone dimostra di saper possedere davvero il mestiere: a partire dai colori sgargianti e barocche dal sapore felliniano, fino al senso della teatralità (come dimostra lo stesso ambiente in cui vive Luciano con la sua famiglia, costruito come se fosse un teatro vero e proprio a cominciare dal fatiscente palazzo settecentesco) il regista dipinge la parabola in discesa di un uomo che a poco a poco sviluppa una dimensione ossessiva, data dalla seduzione della popolarità, del facile guadagno dovuto non dal saper fare, ma piuttosto dal semplice apparire. Guardando il film non si può non pensare anche alla favola di Pinocchio, con tanto di rimando al Grillo parlante che, ovviamente, rimane inascoltato. Qui rimangono inascoltati i suggerimenti della moglie Maria, del fedele amico Michele, il quale cerca di far capire che chi ci ascolta, ci osserva e ci guida sono Dio e la nostra coscienza. Ottimo film sotto ogni punto di vista, questo del napoletano Matteo Garrone, che sa guidare un cast pienamente calato nella parte, a cominciare da Aniello Arena che ha appreso il mestiere dell'attore nel carcere di Volterra.
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