Il diritto di contare

Regia di Theodore Melfi. Durata 127 minuti.

Siamo in Virginia, nella città di Langley negli anni Sessanta, anni in cui gli Stati Uniti competono contro l'Unione Sovietica per la corsa nello spazio.
Siamo anche negli anni in cui vigono le leggi razziali e segregazioniste, e negli uffici della Nasa in Virginia, non si fa eccezione.
Bagni, mense, mansioni sono assolutamente separati tra i bianchi e i neri.
Quando Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson giungono nella cittadina di Langley come scienziate dovranno fare i conti con ogni genere di pregiudizio, eppure saranno tra coloro che permetteranno alla Nasa di inviare il primo uomo sulla luna.
Tratto dal libro dell'americana Margot Lee Shetterly “Hidden Figures”, il film racconta la vera storia di queste tre scienziate di colore che con tenacia, determinazione e addirittura con una certa grazia, riescono a farsi strada in un mondo precluso al mondo femminile, tanto meno a donne di colore. Il regista racconta con uno stile narrativo classico e lineare dal punto di vista cronologico, la storia di queste tre donne, trattate con disprezzo e, sebbene con qualità lavorative eccellenti, sono considerate alla stregua di robot, perciò relegate in un'ala lontanissima rispetto al centro delle decisioni, eppure a poco a poco riescono a farsi valere. Theodore Melfi, racconta il loro “riscatto”, che è innazitutto morale, senza mai trascendere nei toni e rendendo ancora più dignitose le loro figure.
“Il diritto di contare” , pur drammatico per certi aspetti, risulta appassionante e col merito di far conoscere una pagina del tutto inaspettata della storia del Novecento.
Le tre attrici protagoniste, affiancate da un bravissimo Kevin Kostner e da una convincente Kirsten Dunst ha avuto un grande successo di pubblico alla sua uscita, e ha ottenuto tre candidature al Premio Oscar e altrettante ai Golden Globes.
Il film è in programmazione al Club Amici del Cinema (presso il Don Bosco di Sampierdarena) fino a giovedì 27 aprile.