Al cinema - Le avventure del piccolo Nicolas
Regia di Amandine Fredon, Benjamin Massoubre
Animazione, durata 82 minuti.
In molti hanno amato e si sono divertiti guardando il film, con attori in carne e ossa de “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”, ma non tutti sanno che il film è nato da un soggetto di René Goscinny e dall'illustratore Jean-Jacques Sempé. René Goscinny è famoso per i fumetti di Asterix realizzati, dal 1965, insieme ad Albert Uderzo. Goscinny, di origini polacche, era nato nel 1926 a Parigi (muore nella capitale francese nel 1977), trasferitosi con la famiglia a Buenos Aires, fa ritorno in Francia nel 1946 (durante la guerra molti suoi parenti erano morti nei campi di concentramento) dove troverà la sua strada e la fama negli anni Cinquanta con le storie del Piccolo Nicolas, insieme a Jean Jacques Sempé. Sempé era nato in Provenza, a Pessac (dove morirà nel 1981) e acquisisce una certa fama come disegnatore di alcune importanti riviste americane come il New Yorker. Bravo disegnatore, sente di aver bisogno di qualcuno che però sappia creare dei buoni testi. E’ così che Sempé e Goscinny si incontrano e creano il personaggio di Nicolas, o meglio…”del piccolo Nicolas”. All’inizio le loro storie escono come striscia sul settimanale belga “Le moustique”, poi passeranno sul quotidiano francese “Sud-Ouest Dimanche”, fino ad essere pubblicate in volume.
Il film racconta la storia del loro incontro e di come inventano il personaggio divenuto in Francia tra i più amati da grandi e piccoli. L’animazione, con colori acquarellati, è basata su un tratto delicato, così come lo era il disegno di Sempé; i due registi hanno l’accortezza di raccontare un sodalizio in cui non manca l’amicizia con Uderzo, in un omaggio verso coloro che hanno divertito e continuano a divertire i lettori. L’originalità di questo film di animazione sta nel fatto che il personaggio del bambino interagisce con la vita di coloro che lo hanno inventato, li interroga facendo emergere ricordi personali tra soffitte di pittori e club di musica. Naturalmente, il protagonista rimane il bambino di sette anni che, con i suoi amici, vive in un mondo dove l’infanzia è dotata di candore, piena di peripezie e con un’ingenua inventiva nel combinare guai, a casa, a scuola e nei campi estivi. Forse quella vita spensierata che avrebbero agognato i suoi stessi ideatori, non a caso il titolo originale comprende anche la domanda “Cosa aspettiamo per essere felici?”.
Il film è stato acclamato a Cannes nel 2022 con una proiezione speciale, è stato presentato nello stesso anno al Festival di Giffoni e ha vinto il Primo Premio al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy. Alla sceneggiatura ha collaborato la figlia di René, Anne Goscinny.
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