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A quiet passion

Un film di Terence Davies

A quiet passion

Un grave caso di evangelizzazione. E’ così che Emily si presenta in A quiet passion di Terence Davies. Una ragazza che decide di non venire a Dio per essere salvata, che non si sente fuori dal peccato e tantomeno vuole esserlo. Una presto donna forte, emancipata, anticonformista, profonda e alla ricerca di un equilibrio funambolico tra la vita e la scrittura. Una poetessa in divenire – notturna, ça va sans dire… – che rivendica la pertinenza della sua anima e si genuflette soltanto al cospetto dell’imperfezione rassicurante della sua famiglia dove rifugiarsi per partorire i versi che scandagliano la verità.

Scritto, interpretato e diretto in modo superbo, A quiet passion disvela le anime della la clausura che la più grande poetessa americana ha inferto al suo corpo come una matrioska che dalla bambola vuol passare al seme, perché in ognuna di queste riduzioni l’inchiostro del verso potesse ritrovare coraggio. Una lotta sempre più agguerrita per scacciare l’ovvio della coppia e continuare a decifrare in poesia uno “sposo non ordinario” a cui lasciare la porta aperta di notte per evocare con lui un amore meno triste del mondo circostante.

Un film europeo in costume, più che riuscito, che raccoglie l’istanza profetica mai trascorsa della poetessa e che diventa un capezzale per inchinarsi alla vita in terra, nemmeno lontanamente somigliante ad un Paradiso. Cynthia Nixon ci aiuta ad entrare nell’anima di quelle donne disposte a sacrificare tutte se stesse per dire la vita, per narrare il segreto dell’esistenza, per difendere il femminile dalla prepotenza maschile, per liberare una scrittura anche dell’altro gender. Guadagnandosi, secondo il sentire dei personaggi di corredo fittamente delineati, un posto vicino a Dio che a noi non è dato di avere. E’ la passione quiete, un ossimoro che ammala ma che spalanca l’immortalità.

Fonte: Comunicati stampa
A quiet passion
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