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Vertice ONU a New York: è davvero il "summit del futuro?"

Nelle intenzioni di Guterres deve essere delineata una visione inclusiva e sostenibile per il pianeta

«Per ottenere un progresso solido e duraturo, mi permetto di insistere sul fatto che vanno favoriti gli accordi multilaterali tra gli Stati». Cosi si è espresso Papa Francesco nella Laudate deum (34), l’esortazione apostolica resa nota un anno fa (4 ottobre 2023), e ancora scrive il papa: «Parliamo soprattutto di organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale: sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali, la realizzazione di alcuni obiettivi irrinunciabili. Occorre un multilateralismo che non dipende dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile».

Che l’appello sia stato ascoltato in quanto in questi giorni a New York (22-23 settembre) si è svolto il vertice mondiale "Patto per il futuro"?.

Associamo alla voce di Francesco quella dei tanti capi di nazioni che sollecitano maggiore impegno internazionale soprattutto per i famosi 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile proclamati nella Agenda 2030 dell’Onu (2015) e che faticano ad essere raggiunti.

I temi all’ordine del giorno del vertice (sviluppo sostenibile, pace, innovazione tecnologica, giovani, governance globale) sono stati affrontati nella prospettiva di un multilateralismo basato su cooperazione e dialogo. Nelle intenzioni del segretario generale dell’Onu, António Guterres, «il “Summit del futuro” ha l’ambizione di realizzare «una visione inclusiva e sostenibile del nostro pianeta attraverso l’adozione di patti e dichiarazioni strategiche in grado di orientare le politiche e le azioni globali» e ancora «il Summit rappresenta un’opportunità unica per ricostruire la fiducia e riallineare le istituzioni multilaterali obsolete con il mondo di oggi, basandosi su equità e solidarietà».

È bene sottolineare che la scelta del termine “patto” presuppone scelte e decisioni più vincolanti rafforzando quanto espresso nei programmi di Agenda 2030. I leader sono chiamati nei prossimi giorni a trovare un consenso per una riforma radicale del modo di governare i beni comuni globali, recuperando anche diverse regole dimenticate del diritto internazionale e soprattutto disegnare "un futuro migliore" per l'umanità colpita dalle guerre, dalla povertà e dal riscaldamento globale.

Nel testo predisposto vengono presentate decine di "azioni" in ambiti che vanno dall'importanza del multilateralismo al rispetto della Carta Onu al mantenimento della pace, dalla riforma delle istituzioni finanziarie internazionali a quella del Consiglio di Sicurezza, passando per la lotta al cambiamento climatico, disarmo e sviluppo dell'intelligenza artificiale.

Il patto è accompagnato da una “Dichiarazione di impegni per le nuove generazioni” con 22 azioni per rimettere il futuro comune al centro delle trasformazioni necessarie per lo sviluppo inclusivo e sostenibile del mondo.

Ci auguriamo che al Summit possano gettarsi le basi per una nuova architettura della globalizzazione che potrà produrre nuove regole del gioco, ma dobbiamo convincerci che occorrerà tantissimo “lavoro artigianale” di base che prenda forma in azioni concrete di partecipazione, informazione e formazione per dare seguito concreto agli impegni che liberamente verranno assunti. Tale processo di mobilitazione dal basso e di attivazione di risorse e responsabilità troverà le nostre comunità cristiane pronte e sollecite?

A pochi mesi dalla conclusione della 50a Settimana Sociale dei cattolici ci sarà nelle nostre comunità volontà, disponibilità e impegno per affrontare i temi proposti dal Summit o ancora una volta pensiamo di non parlarne e racchiudere questioni che riguardano l’umanità in qualche preghiera dei fedeli e perseverando in atteggiamenti di delega?

Nella recente “Dichiarazione di Istiqlal” firmata anche da papa Francesco insieme al Grande imam Nasaruddin Umar a Giakarta «L’attuale crisi ambientale è diventata un ostacolo alla convivenza armoniosa dei popoli (...) I valori religiosi dovrebbero essere orientati alla promozione di una cultura di rispetto, dignità, compassione, riconciliazione e solidarietà fraterna per superare sia la disumanizzazione, sia la distruzione ambientale».

Fonte: Il Cittadino
Vertice ONU a New York: è davvero il "summit del futuro?"
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