Usmi e Cism: sia garantita la libertà educativa
Rivedere le strategie di finanziamento del sistema scolastico italiano, in modo da non creare discriminazioni fra ricchi e poveri
“La famiglia, con forza e decisione, ritorni a riappropriarsi della libertà e del primato educativo, i bambini e le bambine abbiano pari opportunità e finalmente le istituzioni scolastiche crescano nella autonomia per garantire il bene dell’istruzione a tutti”. È il triplice auspicio che esprimono la Conferenza italiana superiori maggiori (Cism) e l’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi), in una nota a firma dei rispettivi presidenti, padre Luigi Gaetani e madre Yvonne Reungoat.
Per questo, si legge nella nota, occorre rivedere immediatamente le strategie di finanziamento del sistema scolastico italiano, in modo da non creare discriminazioni fra ricchi e poveri.
"Il Covid ha dimostrato che la scuola pubblica statale che costa 8.500 euro non è ripartita per tutti, essendo privata dell’autonomia. La scuola pubblica paritaria, che costa dai 3.500 (per la scuola dell’infanzia) ai 5.500 euro (per la scuola secondaria di II grado), non solo ha inaugurato il nuovo anno scolastico ma ha già vissuto il primo mese di didattica in presenza di tutti gli studenti e le studentesse. Evidentemente occorre spendere meglio questi danari, in un processo virtuoso fra scuole pubbliche statali e paritarie, entrambe di qualità, sotto lo sguardo garante dello Stato”.
Nella nota anche un appello a Governo e Parlamento, “affinché in una sana dialettica si consenta all’Italia di avere una scuola autonoma, libera e garante dei diritti dei giovani, capace di valorizzare tutte le forze, innescando una benefica collaborazione tra le famiglie, i docenti, gli studenti e la scuola, tra le parti della società civile e le istituzioni, tra il pubblico e la libera intraprendenza dei privati affinché, seppur in Italia è ormai oggi altamente compromesso il pluralismo educativo (molte scuole pubbliche paritarie hanno già chiuso), possiamo ancora salvare quanto resta e realizzare quel ‘patto educativo globale’ al quale Papa Francesco ci invita e che si presenta come l’unico percorso possibile da realizzare”.
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