Morto Sergio Marchionne, il manager che rilanciò la Fiat
Amministratore delegato dal 2014
Mercoledì 25 luglio a Zurigo dove era ricoverato è morto Sergio Marchionne. Termina così, improvvisamente come era iniziata, la vicenda del cambio dei vertici in casa Fiat-Fca che ha avuto un’accelerazione sabato 21 luglio con la convocazione dei consigli di amministrazione di Fca e delle società collegate nelle quali Marchionne aveva delle cariche amministrative e gestionali.
Il manager che ha salvato la fabbrica d’auto italiana per eccellenza con un lavoro iniziato meno di 15 anni fa, verrà certamente ricordato per il suo modo di fare diretto e anticonformista, per aver cambiato le relazioni sindacali in Italia, ma anche per aver portato Fiat fuori dall’Italia (come sede legale) e per averla fatta diventare un’azienda globale (il settimo gruppo automobilistico al mondo).
Nel 2003 entra nel Cda di Fiat e nel 2004 ne assume le redini diventandone Amministratore delegato al posto di Giuseppe Morchio, sotto Luca di Montezemolo e John Elkann. Da lì in avanti inizia la risalita del gruppo e la stagione delle grandi battaglie sindacali oltre che di mercato (con i rilanci di Alfa Romeo e di Ferrari, oltre che del marchio Jeep e della Cinquecento). Quanto a Fiat- Fca, il futuro è adesso in mano a Mike Manley, ma sulla traccia già indicata dallo stesso ex Ad.
Marchionne è stato prima di tutto un uomo d’azienda, anche se spesso la politica e le grandi istituzioni internazionali lo hanno corteggiato. Lui una volta rispose: “Scherziamo? Io faccio il metalmeccanico”.
Non è facile capire se Sergio Marchionne lascerà un'impronta nella managerialità italiana o se il suo percorso resterà un unicum personale, frutto anche delle condizioni particolari in cui Fiat si è trovata almeno per tre volte nella sua storia. L'esito nefasto della sua malattia non permetterà nei prossimi anni di raccogliere dal protagonista il racconto "a distanza" di tante scelte.
L'eccesso di burocrazia - diceva - da una parte uccide le imprese e dall'altro scoraggia la concorrenza di chi vuole entrare sul mercato. I posti di lavoro non si giudicano nel breve ma nel saldo fra lavoro perso e lavoro creato. Un tot di incertezza sulla tenuta del proprio posto di lavoro (tema di stretta attualità) va messa in conto e gestito senza scaricare sulle imprese tutto il costo sociale, sicurezza e flessibilità devono trovare un punto di equilibrio, certezza nelle regole e nelle leggi. Manca il lavoro perché manca il capitalista che rischia - soldi e tempo - in un'impresa nuova.
Sono concetti che si possono ascoltare in convegni vari. La differenza di Marchionne è stata nell'affrontare direttamente tutti i nodi in casa Fiat e in casa Italia preferendo "parlare chiaro. Non sempre aiuta a farsi nuovi amici o a tenersi quelli vecchi. Ma credo aiuti a essere diretti e onesti".
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