Mondo digitale: rischi e opportunità
Urge un confronto su regole per chiarire manipolazioni
Un mondo interconnesso può portare l'umanità verso traguardi ed obbiettivi impensabili ma anche farla sprofondare nel caos e nell'anarchia totale. Quanto accaduto anche in Germania, e venuto alla luce in questi giorni, dimostra come la gestione dei nostri dati personali abbia assunto aspetti inquietanti e pericolosi se consideriamo anche il fatto che in questo paese a "vendere" i dati sensibili sono state le Poste e cioè un'azienda che fornisce un servizio universale e che come tale non ha neppure bisogno di chiedere ai cittadini il permesso per la raccolta e la catalogazione dei dati a meno che non via sia un'espressa richiesta di riservatezza che è molto difficile che possa venire in mente a qualcuno di fare.
La Deutsche Post, che è il più grande gruppo postale nel mondo, ha ceduto ai partiti politici che ne hanno fatto richiesta, dietro un compenso, milioni di informazioni dettagliate su cittadini tedeschi per permettere di organizzare campagne elettorali mirate utilizzando l'aggregazione di oltre un miliardo di informazioni che spaziano dall'età ed il genere,dall'istruzione all'indirizzo di casa, per arrivare fino ai comportamenti bancari e alle abitudini di consumo e che permettono quindi con un algoritmo che si basa su questa "microgeografia" di impostare campagne mirate porta a porta e costruite su ogni singolo individuo con l'invio sui social di messaggi mirati a soddisfare e conformarsi al pensiero ed ai desideri di ognuno di noi.
Il paradosso è che la controllata della Deutsche Post che mette in vendita questi dati, la "Deutsche Post Direkt", per promuovere il suo prodotto dichiara di essere in grado di raggiungere l'85 % delle famiglie tedesche ed in più di comprare sistematicamente ulteriori informazioni dal catasto,dall'autorità dei trasporti e da altre amministrazioni pubbliche per rendere più completa ed interessante la sua offerta e cioè la possibilità di manipolare in modo subliminale le masse ed ogni singolo individuo.
Il professor Niall Ferguson , che insegna all'Università di Stanford, nel suo ultimo libro "La piazza e la torre" sintetizza molto bene come le reti non siano nate, contrariamente a quanto si pensi nella Silicon Valley, con l'apparizione di Google e Facebook ma siano un fenomeno antico anche se la loro grandezza e la loro velocità erano estremamente inferiori. L'invenzione della stampa non ha prodotto solo effetti positivi come la divulgazione delle teorie scientifiche di Copernico, Newton e Galilei ma è stata anche uno strumento che ha portato alle guerre di religione ed alle rivoluzioni che hanno segnato la vita di intere generazioni di individui.
Il libero scambio di idee, sui giganteschi e velocissimi network della nostra epoca, può favorire ogni genere di innovazione ma al tempo stesso causare innumerevoli disastri specialmente se non cerchiamo di analizzare e capire gli effetti che reti e gerarchie hanno avuto negli ultimi secoli. La stampa permise una diffusione delle diverse idee e delle credenze più folli ed irrazionali che portarono
l'Europa , per oltre 130 anni fino alla pace di Westfalia del 1648, ad essere un teatro di guerre, massacri e persecuzioni religiose. Qualcosa di molto simile accade, e potrà ancora amplificarsi, anche oggi con Internet. Marck Zuckerberg parlando della su Facebook ha detto che "si tratta di una comunità in cui tutti sono uguali all'interno del cyberspazio" ma in realtà si tratta di un'ingenua o calcolata utopia dal momento che nei fatti la piattaforma è diventata un mondo dove può essere trasmesso e diffuso ogni genere di pregiudizio,odio o notizia falsa o fuorviante.
I social accrescono le differenze invece di ridurle e non sono strutture egualitarie come molti vorrebbero far credere.Chi ha più amici ne avrà sempre di più e chi è più ricco lo diventerà ancora di più e lo stesso direttore operativo di Facebook Sheryl Sandberg ha dichiarato "Non avremmo mai pensato che i nostri strumenti avrebbero potuto essere usati in questo modo".
Oggi la rete ha già più di due miliardi di utenti e rappresenta un rischio per la nostra privacy e per la nostra libertà di scelta e potrebbe diventare a breve anche un pericolo per l'ordine mondiale degli stati e delle nazioni. Negli Stati Uniti oltre il 45 % degli americani si informa solo attraverso i social ,ed in particolare su Facebook , ma è ora evidente come le notizie arrivino ad ognuno di noi filtrate e manipolate in modo da essere interessanti, piacevoli e facilmente condivisibili per ottenere un consenso che liberamente noi non daremmo mai. Gli individui vengono coinvolti in una enorme conversazione comune, un pubblico dibattito, dove le idee e le convinzioni di ognuno di noi perdono la loro consistenza e la loro autenticità per diventare parte di un progetto generale di manipolazione in cui ogni singolo individuo, sommerso di informazioni e messaggi, perde il senso delle sue idee e finisce per conformarsi alla massa. Questo meccanismo rappresenta un rischio grandissimo per la dignità di ogni individuo e per le democrazie.
E' necessario scrivere con la massima rapidità regole più chiare e severe per permettere ad Internet di essere uno strumento al servizio dell'uomo,dell'innovazione, della creatività e della circolazione delle idee ma al riparo dalle speculazioni e dalle manipolazioni. Si tratta di un compito difficile e molto impegnativo ed i governi, in particolare quelli dei paesi europei, sono chiamati a lavorare con grande attenzione per definire in tempi rapidi tutte le leggi e normative diventate indispensabili.
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