L'Europa alle prese con il problema energia
Anche l'Italia deve affrontare l'incubo del debito pubblico
La decisione di Vladimir Putin di aumentare ulteriormente la pressione sull'Europa utilizzando il ricatto sulle forniture di gas e petrolio, che si sono rivelate le armi più potenti di cui dispone, con l'ipotesi ventilata da Mosca di arrivare alla chiusura totale del gasdotto Nord Stream, l'impianto che partendo dalla Russia arriva in Germania passando sotto il Mar Baltico, ha imposto al vicecancelliere tedesco Robert Habeck di rivolgere un appello al Paese chiedendo di risparmiare più energia possibile.
Le decisioni di politica monetaria assunte dalla Bce e dalla Fed continuano a spingere i mercati azionari al ribasso, nonostante qualche piccola variazione di assestamento, e gli investitori sono ormai convinti che la Fed per contrastare l'inflazione, che negli Stati Uniti è ormai fuori controllo con il prezzo medio della benzina che per la prima volta ha superato i 5 dollari al gallone, sia disposta a mandare l'economia americana in recessione come aveva già fatto Paul Volcker nei lontani anni '70 quando il paese era caduto in una fase di stagflazione.
Il presidente Joe Biden ha cercato di scaricare la colpa dei prezzi alti sulla Russia di Putin ma la sua leadership continua a perdere consensi perchè la convinzione è che il paese si trovi in questa situazione drammatica, che colpisce direttamente la vita di tanti cittadini che si sono ritrovati improvvisamente in povertà pur avendo un lavoro, a causa degli errori di valutazione della Fed che si ostinava a ripetere che l'inflazione era un fenomeno transitorio destinato a finire quasi da solo, perdendo tempo prezioso che avrebbe potuto essere utilizzato per prevenire questo disastro.
L'Europa e gli Stati Uniti dopo aver elargito sussidi per uscire dalla crisi causata dagli effetti della pandemia da Covid19 che si sono rivelati troppo generosi per essere sopportati dalle loro economie, come aveva inutilmente ripetuto l'ex segretario al Tesoro Summers, devono prendere atto di aver causato una fase di drammatica recessione con la domanda che è cresciuta più dell'offerta in un contesto aggravato dal balzo del prezzo del petrolio e del gas, dalle strozzature nella supply chain e dell'instabilità geopolitica causata dalla guerra scatenata da Putin.
Si tratta di una tempesta perfetta in cui la Fed e la Bce ci hanno portato ignorando tutti i segnali che arrivavano da più parti su quello che stava per accadere e confermando ancora una volta che in economia il fattore tempo è decisivo per risolvere o amplificare i problemi.
Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, è intervenuta per ribadire l'impegno a combattere la "frammentazione dei mercati", che in linguaggio comprensibile significa l'esplosione dello spread per alcuni paesi, ma come ormai accade da tempo si tratta di un intervento tardivo e poco incisivo che conferma la difficoltà di mediare le divergenze di opinioni tra i partner e l'impossibilità per Bruxelles di agire con tempestività ogni volta che si presenta un'emergenza finendo per danneggiare sempre i paesi più fragili come l'Italia.
L'Europa ed il nostro paese in particolare, che si trova in una situazione più difficile di altri e che ha quindi bisogno di una politica di bilancio più accorta e di meno instabilità, devono comprendere che per superare un momento così difficile, in cui le democrazie sono messe sotto attacco dai regimi totalitari e della autocrazie, è necessario superare ogni contrapposizione e concetto divisivo ed andare oltre le regole imposte in Trattati ormai obsoleti sottoscritti in tempi lontani ed ormai anacronistici nella realtà attuale.
E' necessario prendere atto che il concetto di debito pubblico nazionale deve essere superato ed assorbito a livello europeo con nuove e severe regole per il futuro ma che non ha nessuna utilità insistere per il rientro, a livello di singolo Paese, di un immenso debito che nessuno sarà mai in grado di restituire.
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