Italia verso la recessione?
Inflazione in aumento e famiglie sempre più in difficoltà economica
L'agenzia di rating Fitch ha tagliato la stima di crescita per l'Italia e ha evidenziato possibili pressioni sul rating oltre che per la recessione generalizzata che sta colpendo l'Europa e gli Stati Uniti (con una stima del Pil per l'Eurozona per il 2023 di un - 0,1% e per l'Italia, che insieme alla Germania è tra i paesi più esposti alla crisi energetica, di un -0,7 %) anche per la grave incertezza politica legata alle prossime elezioni.
L'inflazione negli Stati Uniti in agosto ha subito un rialzo dell'8,3%, più alto delle attese, creando un forte calo della borsa di Wall Street.
Gli operatori temono che la Fed possa decidere un nuovo aumento dei tassi di interesse più corposo del previsto, che potrebbe spingersi fino all'1%, con il rendimento dei T-Bond a tre mesi che è salito ai massimi dal 2008. Tutti i calcoli di macroeconomia dei più grandi esperti statunitensi si scontrano con una realtà in cui tutti i giorni aumentano gli affitti e la spesa è diventata insostenibile (con il prezzo di una bagel passato in pochi mesi da 3 dollari a 3 dollari e 50 o un tiramisù arrivato al prezzo di 7 dollari).
In questo contesto così grave per i cittadini emerge ancora una volta l'enorme distanza con il potere economico e politico. Il presidente Joe Biden, uscendo dal seggio elettorale delle primarie democratiche, ha dichiarato che il mercato azionario non rispecchia l'economia del paese e quella va bene.
In agosto l'inflazione ha superato la soglia del 10% in due regioni italiane: nel Trentino Alto Adige con il 10,2% ed in Sicilia con il 10%, ben oltre la media nazionale dell'8,4%.
Infatti l'Italia sta rapidamente scivolando in una grave recessione stretta tra i richiami del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, che ha ricordato in più occasioni che deve essere accelerato il processo di attuazione del Pnrr "senza ripensarlo" e l'Ue che mette ancora una volta in evidenza come alla fine prevalgono sempre gli egoismi e gli interessi dei paesi più forti. La Francia ha fatto recapitare da Edf, colosso francese che gestisce il mercato elettrico locale, al ministero della Transizione ecologica una comunicazione in cui i fornitori francesi prospettano uno stop biennale al dispacciamento dell'energia: il nostro Ministero è stato costretto ad ammettere che la comunicazione è stata ricevuta e che il problema era già noto da mesi.
La Commissione europea ha approvato nuove misure d'emergenza che saranno vincolanti per i governi e scatteranno ad ottobre per affrontare la crisi del gas; purtroppo il provvedimento principale riguarda il risparmio di energia elettrica, ma non affronta il tema della necessità di un'immediata revisione del mercato del gas di Amsterdam, che ha messo in luce la sua volatilità, inaffidabilità ed inadeguatezza rispetto ad altre borse come il Brent.
A Bruxelles si è registrata anche una grandissima confusione sulla questione del tetto al prezzo del gas, un "cap" generalizzato e concentrato sul gas trasportato via gasdotti, con Ursula von der Leyen che prima aveva pubblicamente annunciato che era stato raggiunto un accordo, ma poi ha dovuto fare una vergognosa retromarcia rendendo ancora più evidente la debolezza di fondo dell'Europa.
A Samarcanda, in occasione della riunione della Shangai Cooperation Organization, Xi Jiinping, Vladimir Putin e Narendra Modi, insieme ai 15 paesi presenti esclusi dal G7, con metà della popolazione mondiale ed un quarto del Pil globale, hanno confermato la loro volontà di disegnare un nuovo ordine geopolitico mondiale che riconosca il loro ruolo e la loro importanza in contrapposizione con quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi.
In Italia purtroppo il Parlamento anche nei suoi ultimi giorni di vita ha dimostrato tutti suoi limiti e la sua inadeguatezza, con il drammatico teatrino sul tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici con l'approvazione all'unanimità di un emendamento, passato in Commissione al Senato senza particolari problemi, che avrebbe consentito di derogare al tetto delle retribuzioni dei manager di Stato poi subito ritirato a causa delle critiche insorte in tutto il paese e con gli esponenti politici di tutti i partiti che negavano di essere stati a conoscenza dell'emendamento ed i parlamentari che si scusavano asserendo che i documenti sono complessi e molto voluminosi e che non vengono letti prima delle singole votazioni.
Con un debito pubblico tra i più alti al mondo ed un numero di famiglie sotto la soglia della povertà che aumenta ogni giorno è necessario che il nuovo esecutivo agisca subito ed in modo deciso per evitare di trovarci, in brevissimo tempo, nelle condizioni della Grecia.
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