Aumentano i tassi di interesse: l'Italia fra i più penalizzati
Ma aumenta l'occupazione giovanile
La Bce ha deciso, come ampiamente previsto, un nuovo aumento dei tassi di interesse dello 0,5% ed ha ribadito l'intenzione di farlo di nuovo nel mese di marzo per un ulteriore mezzo punto come confermato dalle parole della presidente Christine Lagarde: "L'inflazione è viva e vegeta: la nostra determinazione è mantenere la rotta in modo da raggiungere l'obbiettivo del 2 % nel medio periodo". Eurostat conferma che in gennaio i prezzi sono aumentati dell'8,5% ed il costo del denaro, dopo l'ultimo aumento, arriva al 2,5%.
I banchieri centrali dei Paesi baltici, oppressi da un'inflazione che oscilla tra il 17 ed il 20%, spingono energicamente per altri forti aumenti dei tassi di interesse allargando il fronte dei falchi come tedeschi, olandesi, austriaci e finlandesi ma dimenticando gli effetti del costo del denaro sui paesi più fragili, come l'Italia, oppressi da un enorme debito pubblico che potrebbe in futuro impedire l'erogazione dei servizi sociali essenziali.
L'insensibilità dei partner più ricchi e forti è ben rappresentata nelle parole della presidente Christine Lagarde, che ignorando le problematiche quotidiane di tante famiglie cadute sotto la soglia della povertà ha invitato i governi a revocare tempestivamente le misure messe in campo per difendere cittadini e imprese dai rincari energetici dell'anno scorso, sempre per non rischiare di rinfocolare l'inflazione, dimenticando che, a titolo di esempio, nel nostro paese sei milioni di pensionati ricevono meno di 700 euro al mese e hanno dovuto accollarsi tutti i costi relativi all'aumento del prezzo dell'energia per un lungo periodo, fino alla decisione del governo di intervenire per mitigare i rincari.
In Italia lascia esterrefatti la decisione del governo guidato da Giorgia Meloni di sospendere fino al 2026, con un emendamento al decreto Milleproroghe, il decreto Madia che vieta ai pensionati sia pubblici che privati ogni incarico retribuito nella Pubblica amministrazione e che era stato approvato per impedire il fenomeno dei "pensionati d'oro". Ancora una volta sembra che per l'esecutivo in carica, di volta in volta, sia più importante garantire posizioni di potere ad amici e conoscenti che mettere in campo strumenti per portare avanti un ricambio generazionale e garantire che alcuni "servitori dello Stato" già molto ricchi rispetto alla media della popolazione lo diventino ancora di più.
L'Italia nel periodo maggio-giugno 2022 ha registrato una variazione del tasso di disoccupazione del + 1,9%, molto più alto rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea e con quella giovanile che ha raggiunto il 23,1 % rispetto alla media Ue del 13,6 %.
Gli istituti statistici nazionali ed europei confermano in modo unanime che l'Italia continua ad apparire tra i paesi con il minor tasso di occupazione sempre più lontana da Germania e Francia e vicina a Grecia e Spagna in cui però si registra l'inizio di una crescita significativa. Gli anni della pandemia da Covid19 hanno indebolito il paese e la "resilienza", nonostante i numerosi interventi e finanziamenti decisi dall'Europa, diventa sempre di più una parola con scarso significato pratico con una ripresa che non c'è, una popolazione sempre più spaventata dal futuro ed i giovani che sono convinti che il loro sarà molto peggiore della generazione precedente.
La Banca d'Italia e l'Ufficio parlamentare di bilancio confermano che negli ultimi tre anni i salari hanno perso il 14% del loro potere d'acquisto e l'Upb sottolinea che "si tratta di una perdita rilevante" e con le buste paga che nel 2022 sono salite solo dell'1,1% e l'inflazione è volata sopra l'8% lo stesso ufficio parlamentare lancia l'allarme sul rischio si scivolamento di molte persone nella povertà, prima relativa e poi assoluta.
La proposta presentata dalla Commissione europea del Piano industriale per affrontare la crisi economica ha deluso tutti i partner per la sua modestia ed inadeguatezza per contrastare il pacchetto di aiuti varato dagli Stati Uniti di circa 350 miliardi di dollari che provoca una distorsione della competizione tra aziende a livello globale ed ha spinto i due principali partiti europei, il Ppe ed il Pse, a bocciare le indicazioni elaborate da Ursula Von der Leyen ed a dichiarare che questo atto è "l'inizio della fine della Commissione Von der Leyen".
Il tedesco Weber, leader del partito Ppe, ha sottolineato il suo "Rammarico perché il pacchetto non è stato presentato prima e perché avrà un effetto limitato. La Commissione scoprirà di essere stata negligente nell'attuazione del Green deal" mentre per i socialisti europei è "insufficiente e non affronta le reali esigenze dell'Ue".
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