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Il Mondo corre il rischio di una guerra nucleare?

Argomento alla ribalta nel corso del viaggio papale in Sud America

Il Mondo corre il rischio di una guerra nucleare?

Papa Francesco era intervenuto in modo deciso in occasione del summit che si è tenuto il 10 e 11 novembre in Vaticano dedicato al disarmo nucleare, al quale erano stati invitati rappresentanti dell'ONU, della NATO e undici premi Nobel per la pace, ricordando come "con il nucleare l'umanità rischia il suicidio". In particolare l'attenzione era in quel momento concentrata su quanto stava accedendo in Corea del Nord e sui rischi che tutta l'umanità sta correndo ed in particolare Papa Francesco aveva sottolineato come "sia necessario mettere in guardia tutti i Paesi sul fatto che l'uso dell'atomica, o anche il solo possesso, può avere delle conseguenze umanitarie inaccettabili" e in occasione del viaggio di ritorno dalla visita in Colombia il Santo Padre ad un giornalista che gli chiedeva cosa pensasse di Trump e della Corea del Nord aveva risposto "Ti dico la verità io non capisco, davvero. Perchè non capisco quel mondo della geopolitica; è molto forte per me. Ma credo che lì c'è una lotta di interessi che mi sfuggono, non posso spiegare davvero". L'allarme e la preoccupazione di Papa Francesco sono tornati alla ribalta in occasione del viaggio verso Santiago del Cile, ventiduesimo viaggio internazionale e sesto in America Latina, durante il quale è tornato a parlare del rischio di una catastrofe atomica dicendo "Siamo al limite. Basta un incidente nucleare per innescare la guerra atomica. Io ho paura di questo. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Bisogna eliminare le armi nucleari, adoperarci per il disarmo" ed ha donato ai giornalisti presenti ed agli ospiti in volo con Lui una fotografia di un bambino che portava in spalla il fratellino morto, in attesa della cremazione, a seguito dell'esplosione della bomba atomica a Nagasaki nel 1945. Si tratta di una fotografia in bianco e nero che era stata scattata dal fotografo americano Joseph Roger O'Donnell, scelta "perchè commuove più di mille parole", sul retro della quale Papa Francesco ha scritto di Suo pugno "Il frutto della guerra".

Quanto accaduto in questi ultimi giorni negli Stati Uniti evidenzia in modo drammatico come lo scontro titanico in corso tra la forza del bene e quella del male stia raggiungendo limiti che se valicati potrebbe avere conseguenze catastrofiche alimentate anche dall'attivismo di Trump che continua a parlare di "occhio per occhio e fuoco e furia".

I giornali americani riportano come il Pentagono stia portando avanti una campagna per "banalizzare" il concetto di "bomba atomica" costruendone una "piccola" e cercando di far passare l'idea che in questo modo tutto sarebbe meno terrificante.

Già oggi sulla scrivania di Trump, per quanto il Pentagono continui a dire che si tratta di una "fase non ancora decisionale", c'è un documento per un riesame strategico sull'adeguatezza dell'arsenale nucleare americano che mette in evidenzia la necessità di un suo forte rafforzamento dotando il Paese di armi nucleari "leggere" che verrebbero realizzate in due versioni una per i missili "Trident" in dotazione ai sottomarini atomici e l'altra per i missili "Cruise" in dotazione alla U.S. Navy. I tempi per rendere operativo il progetto sono molto brevi e la costruzione delle nuove bombe non richiederebbe più di due anni ed il fatto che si tratti di arsenali destinati alla marina indica in modo inequivocabile che si tratta di armi da utilizzare lontano dal territorio degli Stati Uniti.

E' impressionante pensare che queste nuove bombe, pur avendo una capacità distruttiva enorme rispetto agli esplosivi convenzionali, vengano definite dalle gerarchie militari "low-Yield", cioè a basso rendimento, solo perchè ormai il confronto viene fatto con testate atomiche che vanno da 100 a 455 Kiloton rispetto a quelle da 15 Kiliton utilizzate su Hiroshima e Nagasaki.

Il paradosso di questa nuova follia è che costruire questo tipo di bomba atomica "tascabile" non violerebbe neppure i trattati e gli accordi internazionali perchè installate su navi e sottomarini e quindi non regolate dagli accordi firmati nel 1987 tra Ronald Regan e Michail Gorbaciov.

La decisione del presidente Trump è attesa entro la fine di gennaio e non si può non pensare a quanto aveva proposto il Generale Mac Arthur durante la guerra di Corea (1950/53) e cioè di procedere con un "uso limitato" di bombardamenti nucleari sulla Cina di Mao e che allora gli era costato l'allontanamento dall'esercito da parte del Presidente Truman.

In questo scenario così drammatico Papa Francesco sta intervenendo con forza ricordando l'importanza "della diplomazia della misericordia" e la necessità che l'uomo non causi più dolore e distruzione come accaduto a Hiroshima e Nagasaki.

La fotografia distribuita ai Suoi ospiti dal Santo Padre, ed i Suoi continui numerosi interventi,  dovrebbero spingere i governanti di tutto il mondo ad agire e operare non per studiare ed individuare nuove armi per sottrarsi alle regole imposte dai trattati internazionali e capaci di arrecare sempre più danni alle persone con il "minimo impegno di risorse economiche ed energie" ma per costruire la pace che non può mai essere realizzata " attraverso l'equilibrio del potere delle armi ma solo attraverso la fiducia mutua".

Fonte: Il Cittadino
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