Aumentano luce e gas: servono le “rinnovabili”!
In Italia, solo il 38% dei consumi è supportato dalle fonti alternative
In un clima di generale incertezza, l’unica tradizione che si mantiene inalterata con l’inizio di un nuovo anno, è l’aumento del costo della vita.
Il 2022, secondo l’aggiornamento diffuso dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, porterà, per ogni famiglia, un rincaro del 55% sulla bolletta dell’elettricità, mentre quella del gas lieviterà del 41,8%.
L’impennata nei costi dell'energia è un effetto indiretto dell'incremento dei costi del gas: la ripresa economica ha determinato una maggiore richiesta ed una riduzione delle riserve. Per quanto riguarda l'energia elettrica, ci sono diversi fattori in gioco, specie per il nostro Paese.
In Italia il 48% della produzione di energia elettrica è da fonti non rinnovabili (termiche, compreso il gas); il 38% da fonti rinnovabili, il 14% è importato dall'estero. Già da questo dato si può comprendere come il gas incida fortemente sul costo dell'energia elettrica.
L’analisi si sposta poi sulla bolletta in cui, tra le voci più significative, c’è la componente “energia soggetta a libero mercato” e altre quali trasporto, oneri e tasse.
La componente energia incide per circa il 50% sul costo, con passaggio da 50 euro ogni mille chilowattora, ad una tariffa sino a 300 euro per ogni mille chilowattora di energia.
Un vero e proprio salasso quello che si prospetta nella prossima bolletta.
“Sono stati avviati interventi governativi che dovrebbero ridurre le tariffe in termine di aumenti al 40% per il gas e al 30% dell'energia elettrica” – rassicura Stefano Massucco, docente di gestione e controllo sistema elettrico dell’università di Genova, che auspica un miglioramento della situazione già a partire da marzo 2022.
In Italia i consumi di energia sono suddivisi per il 44% all'industria, il 30% ai servizi e al terziario, il 25% sono consumi domestici; il resto è appannaggio del mondo agricolo. Se sulle famiglie il rincaro dei costi avrà un’incidenza di diverse centinaia di euro all’anno, ma saranno le industrie a subire un grosso contraccolpo.
L’obiettivo è incrementare le fonti di energia rinnovabili, per le quali, nell’ultimo ventennio, si è assistito ad un significativo passo in avanti. “Nel 2000 – spiega Massucco – erano presenti in Italia circa 3000 impianti per la produzione di energia rinnovabile, fotovoltaico e eolico. La stima tra il 2019 e 2020 è di 900mila impianti. In termini di percentuali il 38% dei consumi in Italia è supportato da fonti rinnovabili. L'obiettivo al 2030 è portale la percentuale al 70%, accelerando, al tempo stesso, il processo di de-carbonizzazione”.
Nel frattempo, in attesa che arrivi la famigerata prima bolletta del 2022, la speranza è che da marzo in poi i prezzi si possano riassestare.
“La speranza che nella primavera si possano diminuire questi costi c’è, – conferma Massucco - ma una diminuzione e un ritorno al passato potrebbe non essere realizzabile”.
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