Sistema portuale ligure: prevenzione e contrasto delle attività illecite
Svolta in prefettura la conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza
Si è svolta in Prefettura la Conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza, sul tema della prevenzione e del contrasto dei fenomeni criminali nelle aree portuali liguri.
Alla riunione, presieduta dal Prefetto di Genova Fiamma Spena, hanno preso parte tra le diverse autorità presenti il Prefetto della Spezia, Antonio Garufi, e di Imperia, Alberto Intini e il Capo di Gabinetto della Prefettura di Savona, Marco Di Giovanni, delegato dal Prefetto. Erano presenti inoltre il Vice Presidente della Regione Liguria Sonia Viale, il Vice Sindaco di Genova Stefano Balleari e il Questore di Genova, Vincenzo Ciarambino.
Gli interventi dei relatori hanno contribuito a tracciare un quadro complessivo dei fenomeni criminali collegati alle realtà portuali della Liguria, del livello di radicamento e dell’evoluzione dei singoli fenomeni criminosi negli anni più recenti.
L’esame dei dati sul traffico di stupefacenti desunti, tra l’altro, dalla “Relazione annuale 2018 della Direzione Centrale per i servizi antidroga” ha evidenziato che in tale anno in Liguria è stato sequestrato il 10,51% di tutta la cocaina sequestrata a livello nazionale, il 28,35% dell’eroina, l’1,63% di hashish e l’1,08 di marijuana, lo 0,23% di cannabis. Nell’area metropolitana di Genova è stato sequestrato il 77,02% di tutte le sostanze sequestrate a livello regionale, il 19,69% a Imperia, il 2,27% a La Spezia e l’1,03 a Savona.
A tale riguardo è stato evidenziato come le complesse indagini svolte dalle Forze di polizia e dalla D.I.A. di Genova sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria abbiano portato all’apertura di numerosi procedimenti penali relativi al traffico di stupefacenti.
Il Questore di Genova ha sottolineato l’intensa attività svolta nella repressione dei traffici illeciti, in particolare richiamando i sequestri di eroina proveniente dall’Afghanistan in occasione dell’operazione “Artabax” condotta dalla Polizia di Stato di Genova e dalla D.C.S.A., nonché l’attività di contrasto all’immigrazione clandestina ed i provvedimenti di respingimento effettuati nei confronti di immigrati irregolari rintracciati durante le attività di sorveglianza delle frontiere (85 respingimenti nel 2017; 53 nel 2018, 50 nel corrente anno).
Sotto il profilo della prevenzione, la Prefettura di Genova ha richiamato i recenti provvedimenti interdittivi antimafia a carico di una società di trasporti collegata alla ‘ndrangheta.
Particolare attenzione è stata dedicata al traffico internazionale di rifiuti. I rifiuti illeciti vengono spesso celati all’interno di container, nascosti fra masserizie e capi di abbigliamento o all’interno di vecchi elettrodomestici e di veicoli dismessi, e destinati soprattutto a Paesi dell'Africa quali Nigeria, Ghana, Senegal, Benin, Egitto, Camerun, Burkina Faso, Tunisia, Togo o all'Oriente e in particolare a Repubblica popolare cinese e India.
Sul fronte del commercio di merce contraffatta è stato evidenziato che il porto di Genova rappresenta un rilevante hub per l’introduzione e il transito di tali prodotti.
Le evidenze investigative e le operazioni di contrasto effettuate negli scorsi anni hanno messi in risalto l’importanza della città metropolitana ligure come centro di rifinitura e confezionamento delle merce false; la merce contraffatta o da contraffare proviene in gran parte dalla Cina e dall’India, mentre le etichette giungono dal Marocco e dalla Tunisia. Nel tentativo di far perdere le tracce della propria rotta, i contraffattori caricano e scaricano le proprie merci nei porti di paesi a basso rischio in modo da eludere i controlli più stringenti in atto al momento dell’arrivo a Genova, dove la verifica dei documenti doganali viene effettuata in base all’ultimo paese di transito.
A conclusione dell’incontro, si è dato atto della proficua collaborazione interistituzionale nello svolgimento dei controlli in ambito portuale.
Per contrastare in maniera più efficace le attività illecite è emersa comunque la necessità di individuare strategie condivise di ampio raggio con il coinvolgimento di tutte le Forze di polizia e le istituzioni a vario titolo interessate: interconnessione dei sistemi operativi, affinamento e standardizzare delle modalità dei controlli in atto attraverso equipaggi misti ed analisi dei rischi condivise da tutte le forze in campo, allo scopo di fare emergere in modo più incisivo le attività illecite annidate nella filiera delle procedure portuali.
Si è ritenuto, inoltre, indispensabile incrementare l’utilizzo dei sistemi di scannerizzazione nonché di potenziare la videosorveglianza delle aree portuali attraverso circuiti integrati e l’implementazione di dispositivi per la lettura delle targhe dei veicoli consentendo tra l’altro la creazione di “black list” di veicoli sospetti che possono essere così ulteriormente attenzionati.
E’ stato, inoltre, posto l’accento sull’opportunità di promuovere la sottoscrizione di protocolli di legalità finalizzati al contrasto delle infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso o similare, nella condivisa consapevolezza dell’importanza di accrescere l’attività di prevenzione e rafforzamento delle condizioni di legalità pur nel rispetto della specificità del porto e delle sue esigenze produttive.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento