Crisi demografica: quale futuro per Genova?
Appello delle ACLI in vista delle prossime elezioni comunali
In questi giorni che precedono il Santo Natale il dibattito cittadino ha visto due importanti momenti di analisi e proposta che, pur di origine diversa, si sono trovati concordi col mettere al centro dell’attenzione la crisi demografica della nostra città.
Prima la Fondazione Garrone, nell’ambito dell’iniziativa “Tracce per la Genova del futuro” ha presentato, quale uno dei 10 “cantieri” per affrontare problemi ed opportunità, Il tema dello squilibrio demografico.
Solo un paio di giorni dopo, l’iniziativa della rivista “La Città”, che ha presentato “i cinque punti per cambiare Genova” ha assegnato grandissimo rilievo al tema.
Segnando, con il rifiuto della “decrescita demografica infelice”, auspicabilmente, la fine di tabù, reticenze e separazioni fra “progressisti” e “conservatori”.
A fronte di ciò permane la difficoltà di partiti ed istituzioni ad assumersi davvero la responsabilità di affrontare la situazione. I numeri sono impietosi ma devono essere accettati.
Anche se la crisi demografica riguarda l’Italia intera, non possiamo nasconderci che l’area di Genova Metropolitana continua ad avere il primato.
Il ricomprendere nei dati i cittadini domiciliati oltre ai residenti non può compensare la dura realtà del progressivo calo delle nascite e lo squilibrio fra giovani ed anziani, nè per i piccoli comuni dell’Appennino e delle riviere ne’ per la città. Il ricondurre alla sempre attuale tradizione internazionale di Genova la emigrazione di giovani qualificati non può nasconderci quanto sia grande lo squilibrio fra quanti vanno via e quanti vengono.
Privando, così, la città delle risorse umane (ma spesso anche di quei capitali conservati da genitori e nonni) indispensabili per lo sviluppo.
È del tutto evidente che la dimensione del problema sotto i diversi profili, occupazionali, socio educativi, urbanistici, è tale per cui “le singole parti” non ce la possono fare separatamente.
È venuto forse il momento che, almeno su questo tema, si possa attivare un ambito di convergenza e di “solidarietà nazionale” cittadino?
Da qui l’appello che le Acli di Genova rivolgono al mondo associativo, in primo luogo a quello ecclesiale.
Possiamo chiedere che nella prospettiva delle elezioni comunali il tema della rinascita demografica costituisca un punto chiave nei programmi?
Possiamo chiedere che, visto il grado di impegno e la trasversalità che tali scelte programmatiche dovrebbero avere, questo tema venga sostenuto con deleghe forti e non simboliche, ad esempio assieme al Bilancio o direttamente al Sindaco?
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