Genova, quali vie per il lavoro? Al via le conferenze di Cattedrale Aperta
Intervista a don Carzino, Direttore dell’Ufficio per la vita sociale e il mondo del lavoro
Mercoledì 20 gennaio 2021 è in programma in diretta streaming (ore 20.30) la prima conferenza di Cattedrale Aperta, il ciclo di incontri organizzato dall’Ufficio Cultura Diocesano.
Il tema sarà “La via del mare, le vie del lavoro: Genova e il suo futuro”.
A moderare sarà Don Giampiero Carzino, Direttore dell’Ufficio per la vita sociale e il mondo del lavoro.
Gli abbiamo posto alcune domande.
Don Carzino, modererà il primo incontro di Cattedrale Aperta in cui interverranno Giovanni Mondini, Presidente di Confindustria e Ferdinando Garré, Amministratore Delegato di San Giorgio del Porto; in che modo la Chiesa genovese cerca di essere vicina al mondo del lavoro specialmente in questo momento di grande difficoltà dovuta all’emergenza sanitaria?
Sembrerà una banalità, ma la prima cosa che abbiamo fatto, da quando siamo stati costretti a chiudere le Chiese e celebrare la Messa da soli, è stato pregare per il mondo del lavoro: come credenti siamo convinti che, se non interviene il Signore, noi possiamo fare ben poco!
Il secondo compito è stato, soprattutto con le quotidiane telefonate di Mons. Molinari e degli altri cappellani, sostenere moralmente quanti si sono trovati in crisi, anche personale, di fronte alla prospettiva di veder assottigliarsi le prospettive dell’azienda, non saper come pagare i dipendenti, ecc.
In vista del Natale, poi, l’Arcivescovo, mantenendo – nonostante la pandemia – la tradizione che si ripete da mezzo secolo, ha incontrato singolarmente in Episcopio e incoraggiato rappresentanti di tutte le categorie.
Genova e il mare, un binomio strettissimo che da sempre rappresenta una ricchezza e un’opportunità di lavoro per la nostra città, ma anche un’apertura nazionale e internazionale.
In che modo secondo lei Genova può ripartire proprio dal suo mare per pensare al futuro e crescere economicamente?
Bisogna ricordare che il Porto di Genova non è solo la prima industria, per fatturato, della nostra Città, ma anche il più grande porto d’Italia e il porto meglio collocato nel Mediterraneo per servire l’Europa centrale.
Abbiamo poi, oltre a questo elemento determinante per i traffici merci, anche competenze uniche al mondo per professionalità ed esperienza – basta ricordare lo smantellamento della Costa Concordia.
Insomma qui non si tratta di contrapporre il porto commerciale al turismo o all’industria, ma di lavorare insieme per il futuro.
La crisi economica, il crollo del Ponte Morandi, le difficoltà infrastrutturali, la pandemia… Genova si è trovata di fronte a questi gravi problemi che hanno portato anche a tante chiusure; la città sta tenendo duro e tanti hanno cercato di reinventarsi, ma che cosa secondo lei le sta penalizzando di più e attraverso quali mezzi le attività devono essere sostenute?
La parola chiave è infrastrutture: secondo me nella Città ci sono tali e tante competenze e capacità di innovazione che oggi l’unica cosa che manca – come è evidente da quello che ha ricordato lei – è proprio un contesto in cui queste possano svilupparsi senza quella camicia di forza che è la impossibilità di muoversi, avere spazi adeguati allo sviluppo dell’azienda, un contesto collaborativo, sicurezza nei tempi e nei costi del trasporto delle persone e delle cose. La principale infrastruttura urgente è una diga foranea che permetta alle navi delle dimensioni attuali di entrare e uscire senza rischiare ogni volta una tragedia come quella della Torre Piloti, e poi i collegamenti ferroviari che tolgano dalle strette e trafficate strade della Liguria i container destinati al Nord Italia e al Centro Europa.
Insomma un piano di investimenti strutturali (compresa la connettività digitale di ultima generazione) che o facciamo adesso con i fondi che arrivano dall’Europa, o non vedremo mai più.
In che modo agisce l’Ufficio per la vita sociale e il mondo del lavoro per dialogare con industrie e attività del territorio e sostenere chi ha bisogno? Chi sono i vostri principali interlocutori?
Il nuovo Arcivescovo ha dato molto impulso all’attività dell’Ufficio, sostenendo – pur nelle difficoltà pratiche portate dalla pandemia – lo sforzo di costituire un tavolo di lavoro, in cui responsabili delle diverse realtà ecclesiali che si interessano di economia, lavoro, giustizia, solidarietà e ambiente possano confrontarsi. Per quel che riguarda il mondo del lavoro, l’Ufficio passa da sempre attraverso gli stretti contatti che i cappellani hanno con Confindustria, parti Sociali e Associazioni di categoria.
Genova ha da sempre un forte legame tra la Chiesa e il mondo del lavoro attraverso una presenza unica che è quella dei cappellani del lavoro: che cosa caratterizza il loro servizio e in che modo si è modificato a causa dell’emergenza sanitaria?
La caratteristica della pastorale dei cappellani di Genova è la presenza nell’ambiente di lavoro, durante l’orario di lavoro.
Questo fa subito capire che la pandemia ha reso praticamente impossibile proprio ciò che abbiamo di più specifico!
Abbiamo tenuto rapporti telefonici con alcune persone che contattiamo abitualmente, sentito periodicamente i responsabili delle aziende e i sindacati. Ovviamente in questo periodo molti nostri messaggi sono passati attraverso i social, come il video-messaggio dell’Arcivescovo per Natale ai lavoratori e quello di Mons. Molinari, pubblicati entrambi sul nostro sito e diffusi sui gruppi Whatsapp. Ma ovviamente non vediamo l’ora di poter tornare a stringere la mano ai lavoratori e assaporare il clima dell’ambiente di lavoro, che spesso ci mette in grado di accorgerci in anticipo dei momenti difficili per l’azienda o per qualche persona, ed essere a loro vicini.
I successivi due incontri
di Cattedrale Aperta:
- Mercoledì 3 marzo 2021 sul tema ‘Obiettivo Centro Storico’: interviene Marco Bucci, sindaco di Genova e modera Massimo Minella, giornalista de La Repubblica
- Mercoledì 21 aprile 2021 sul tema ‘Fratelli Tutti’, interviene il Cardinale Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi
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