Indagine della Comunità di Sant'Egidio sulla dispersione scolastica
1 minore su 4 a rischio di dispersione scolastica mentre 1 studente su 2 ha difficoltà a seguire le lezioni perché privo di strumenti
Un cittadino dimenticato. É il bambino senza diritti denunciato da Maria Montessori in una lettera all'UNESCO del 1952 in occasione della ricorrenza della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
Da allora tanta strada è stata fatta, ma ancora oggi sono molte le criticità che affliggono il nostro sistema scolastico e gli ostacoli che impediscono a bambini e ragazzi di sviluppare, soprattutto in periferia, pienamente le proprie capacità. E proprio queste problematiche, messe in luce e aggravate dalla pandemia, costituiscono il focus della conferenza stampa "C'è bisogno di scuola" promossa dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con il progetto "Valori in Circolo", selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
I dati dell'inchiesta sulla dispersione scolastica effettuata tra circa 2800 alunni di elementari e medie che frequentano le Scuole della Pace di Sant'Egidio descrivono il panorama preoccupante della scuola nella periferia delle grandi e piccole città italiane:
1 minore su 4 risulta a rischio di dispersione scolastica mentre 1 studente su 2 ha difficoltà a seguire le lezioni perché privo di strumenti, conoscenze o del necessario supporto a casa.
É doloroso evidenziare che anche tra gli alunni intervistati non a rischio di dispersione sono molti quelli che hanno visto ridurre l'orario di scuola. Del campione comprendente 533 istituti italiani risulta che 1 scuola su 10 ha osservato un orario ridotto di lezione da settembre a dicembre.
Ma accanto alle statistiche il presidente della Comunità Marco Impagliazzo ha presentato anche il "Decalogo di Sant'Egidio per i bambini": dieci proposte per lottare contro l'evasione e la dispersione scolastica nel tempo della pandemia e in futuro.
La parola più pronunciata è certamente "recupero", da svolgere durante l'estate, anticipando il prossimo e prolungando questo anno scolastico per consentire a bambini e ragazzi di sopperire alle carenze dovute alla lunga assenza da scuola (in Italia 18 settimane, 4 in più rispetto alla media europea).
Per migliorare le azioni di recupero dei ragazzi a rischio di abbandono scolastico Sant'Egidio consiglia l'introduzione della figura del "facilitatore scolastico" per aiutare le famiglie e la scuola a evitare che questi si perdano.
Questo nuovo profilo professionale - sperimentato con successo nel progetto genovese “Give teens a chance”, finanziato da Con i Bambini e attivo da quasi tre anni nel quartiere periferico del Cep a Genova - è un passo fondamentale per avvicinare istituzioni scolastiche e famiglie e mettere nuovamente al centro dell'attenzione bambini e ragazzi.
"Andando a cercare" e rimanendo accanto a chi è più fragile e in difficoltà è possibile lottare efficacemente contro la dispersione che in Italia, considerate le statistiche del periodo pre-covid di tutti i cicli scolastici, risulta la più alta dell’intera Unione Europea (13,5%).
La pandemia poi, ingabbiando una generazione entro i limiti della didattica a distanza e aumentando le disuguaglianze, non ha fatto altro che aggravare la situazione.
Sant’Egidio propone di intervenire fin dai primi di età per colmare il vuoto educativo e formativo creato dalle disuguaglianze introducendo l’obbligatorietà della scuola materna dai 3 ai 6 anni e destinando maggiori risorse a suo sostegno.
Di fronte al moltiplicarsi degli episodi di violenza tra giovani e giovanissimi nelle piazze delle nostre città e dei fenomeni di autolesionismo e di ritiro sociale di molti adolescenti emerge con forza il bisogno di una scuola nuova: vicina e non virtuale, un luogo di incontro e di pensiero aperto per tutti dove poter anche educare e sensibilizzare i giovani alla prevenzione del Covid-19.
La scuola è la sfida per il futuro lanciata dalla pandemia. Richiede solamente di essere colta con coraggio.
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