Il Papa ha ricevuto in udienza i giornalisti della stampa cattolica
«Siate voce - ha detto Francesco - della coscienza di un giornalismo sempre capace di distinguere il bene dal male»
"Il giornalista - che è il cronista della storia - è chiamato a ricostruire la memoria dei fatti, a lavorare per la coesione sociale, a dire la verità ad ogni costo: c'è anche una 'parresia' del giornalista, sempre rispettosa, mai arrogante". Lo ha sottolineato il Papa ricevendo in udienza lo scorso 23 settembre l'Ucsi, l'Unione Cattolica Stampa Italiana nel suo 60° anniversario. All’incontro era presente anche una delegazione di Ucsi Liguria con la presidente Laura Ferrero, il vice presidente Roberto Costa, la segretaria Francesca Di Palma e la consigliera Cristina Oneto. "Per rinnovare la vostra sintonia con il magistero della Chiesa - ha sollecitato Francesco -, vi esorto a essere voce della coscienza di un giornalismo capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane. Perché oggi c'è una mescolanza lì che non si distingue, voi dovete aiutare in questo". Questo significa, ha proseguito, "anche essere liberi di fronte all'audience: parlare con lo stile evangelico: 'sì, sì', 'no, no', perché il di più viene dal maligno". Per il Papa, "la comunicazione ha bisogno di parole vere in mezzo a tante parole vuote. E in questo avete una grande responsabilità: le vostre parole raccontano il mondo e lo modellano, i vostri racconti possono generare spazi di libertà o di schiavitù, di responsabilità o di dipendenza dal potere". "Quante volte il giornalista vuol andare su questa strada, ma ha dietro di sé una direzione editoriale che dice 'no, questo non si pubblica, questo sì, questo no, e si passa tutta quella verità nell'alambicco delle convenienze finanziarie della direzione editoriale. E finisci comunicando quello che non è vero, che non è bello e che non è buono", ha sottolineato il Pontefice a braccio. "Da molti vostri predecessori - ha quindi ricordato papa Francesco - avete imparato che solo con l'uso di parole di pace, di giustizia e di solidarietà, rese credibili da una testimonianza coerente, si possono costruire società più giuste e solidali. Purtroppo però vale anche il contrario. Possiate dare il vostro contributo per smascherare le parole false e distruttive". Secondo papa Francesco, "nell'era del web il compito del giornalista è identificare le fonti credibili, contestualizzarle, interpretarle e gerarchizzarle. Porto spesso questo esempio: una persona muore assiderata per la strada, e non fa notizia; la Borsa ribassa di due punti, e tutte le agenzie ne parlano. Qualcosa non funziona". "Non abbiate paura di rovesciare l'ordine delle notizie, per dar voce a chi non ce l'ha - ha aggiunto il Papa -; di raccontare le 'buone notizie' che generano amicizia sociale, non raccontare favole, no, ma buon notizie reali; di costruire comunità di pensiero e di vita capaci di leggere i segni dei tempi". "Vi ringrazio perché già vi sforzate di lavorare per questo, anche con documenti come la Laudato sì, che non è un'enciclica ecologica, ma sociale, e promuove un nuovo modello di sviluppo umano integrale: voi cooperate a farlo diventare cultura condivisa, in alternativa a sistemi nei quali si è costretti a ridurre tutto al consumo", ha concluso.
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