Domenica del mare: il messaggio della CEI
L'appello della Stella Maris genovese a non dimenticare la realtà dei marittimi
Ogni anno, nella seconda domenica di luglio, le comunità cristiane celebrano la Domenica del Mare.
Questa ricorrenza vuole ricordare il lavoro di oltre un milione di marittimi che, tutti i giorni dell'anno, sono impiegati sulle navi che trasportano merci nel mondo intero, immaginando la loro vita e le sfide che quotidianamente devono affrontare.
In particolare, quest'anno il lavoro marittimo si trova a gestire nuove difficoltà, in un contesto già di per sè complesso: la guerra in Ucraina, con le navi costrette a navigare fra le mine del Mar d'Azov e del Mar Nero, la crescente richiesta di merci, che comporta periodi di ormeggio più lunghi nei porti del mondo, e la pandemia da Covid-19, che sta bloccando ingiustamente a bordo i marittimi.
Sul sito dell'Apostolato del Mare della Conferenza Episcopale Italiana, a questo proposito si legge: "Oltre 400.000 marittimi sono rimasti bloccati a bordo, impossibilitati a lasciare la nave alla fine del contratto e ritornare a casa dalla famiglia. Invece, hanno continuato a lavorare giorno dopo giorno aggiungendo fatica su fatica. Gli equipaggi che dovevano sostituirli non hanno potuto raggiungere le navi, cosa che per alcuni ha significato un disastro economico perché non sono stati in grado di prendersi cura dei bisogni quotidiani dei loro cari. In ogni caso, i marittimi non hanno scelta".
Anche la Stella Maris di Genova si unisce all'appello affichè, "ora che la situazione nel mondo sembra in miglioramento e i paesi stanno aprendo i propri confini, i marittimi, ancorchè vaccinati, non hanno la libera circolazione di cui noi tutti godiamo".
Qui il Messaggio della Domenica del Mare del Card. Michael Czerny S.J. Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale
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