L'impegno della Diocesi di Genova per la popolazione ucraina
Urgente reperire abitazioni da poter destinare all'accoglienza tramite Caritas
In una conferenza stampa organizzata venerdì 29 aprile sul sagrato dell’Abbazia di Santo Stefano, sede del Centro che si sta occupando dallo scorso 2 marzo dell’accoglienza della popolazione ucraina in fuga dal conflitto, Caritas diocesana ha illustrato il lavoro portato avanti e quali sono, ad oggi, i numeri dell’accoglienza. Erano presenti Mons. Marco Tasca, Mons. Andrea Parodi, Direttore della Caritas diocesana, Franco Catani, Condirettore della Caritas, e Padre Vitaly Tarasenko.
I numeri:
820 famiglie ascoltate, per un totale di 2.165 persone, 150 i volontari coinvolti, 300 offerte di ospitalità in famiglia per brevi periodi, 600 alloggi offerti, 90 nuclei familiari ospitati, per un totale di 300 persone, 2.140 supporti per oltre 6.000 persone, 20 tonnellate di cibo e materiale (qui il link alla scheda con il dettaglio di tutti i dati: https://www.chiesadigenova.it/wp-content/uploads/sites/2/2022/04/Emergenza-Ucraina_i-Dati_29_4_2022.pdf).
Che cosa serve oggi: alimenti, medicine, prodotti per l’igiene (qui il link alla scheda con il dettaglio dei beni materiali occorrenti: https://www.chiesadigenova.it/wp-content/uploads/sites/2/2022/04/Emergenza-Ucraina_infografica_beni-materiali_29_4_2022.pdf).
Mons. Andrea Parodi ha evidenziato la necessità di concretizzare la “terza tappa”, che si colloca dopo l’accoglienza immediata e l’inserimento delle persone accolte: “Si punta a dare una stabilità a tante accoglienze avvenute in casa, presso famiglie genovesi”. Occorrono dunque appartamenti che possano fornire una dimensione più stabile a nuclei familiari di persone profughe: Caritas propone il comodato gratuito e il pagamento delle utenze.
Padre Vitaly, che dalle prime ore del conflitto ha messo a disposizione la sede di Piazza Santo Stefano per coordinare gli aiuti e per accogliere coloro che arrivavano, ha sottolineato l’importanza del lavorare insieme in questo momento di difficoltà e di sofferenza. In questa circostanza è emersa forte la necessità del dialogo, della vicinanza, dell’ascolto anche di chi è lontano, ha raccontato Padre Vitaly, indicando nella dimensione sinodale che sta vivendo tutta la Chiesa universale la strada da seguire per essere “Chiesa che risponde subito”.
Mons. Tasca ha a sua volta ribadito l’importanza del lavorare insieme: “Siamo chiamati oggi a mettere insieme le differenze: finchè sentiremo la differenza come una minaccia non potremo vivere in maniera serena”.
Ricordando le parole del Pontefice, che persegue la convinzione della pace possibile, l’Arcivescovo ha invitato a tenere viva la certezza che la strada della pace è possibile e che sia l’unica da perseguire e promuovere.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento