Caccia al fattore X
La nuova edizione del talent show fra attesi ritorni e multiculturalità
Ha riaperto i battenti “X Factor”, il principe dei talent show in cerca di nuovi protagonisti della scena musicale, ormai da anni appuntamento fisso per gli spettatori nostrani. Il format funziona talmente bene che gli autori lo mantengono il più possibile inalterato da un’edizione all’altra, intervenendo soltanto sulla composizione della giuria.
Il che, a ben guardare, non è cosa di poco conto dato che proprio i giudici sono coloro a cui spetta il compito non soltanto di decretare la promozione o la bocciatura dei concorrenti, ma anche di fare spettacolo almeno quanto gli aspiranti cantanti, sempre a beneficio dell’audience.
Fra i giurati siede di nuovo Mara Maionchi, già produttrice discografica di successo e da qualche anno protagonista della scena televisiva italiana, soprattutto grazie ai suoi modi rozzi e al suo linguaggio ruspante. Il suo è un ritorno a tutti gli effetti, dopo essere stata protagonista del programma dal 2008 nelle prime quattro edizioni. Da lì è passata ad “Amici” di Maria De Filippi, ha partecipato a “Io canto” e non si è fatta mancare nemmeno un programma radiofonico e un ruolo da protagonista di spot pubblicitari (telefonia, occhiali da vista…) nei panni di se stessa.
Accanto a lei, confermati Manuel Agnelli, leader degli “Afterhours”, e il tatuatissimo rapper Fedez (che in realtà di nome fa Federico Leonardo e di cognome Lucia). La new entry è Levante (all’anagrafe Claudia Lagona), cantautrice e scrittrice trentenne, che ha già alle spalle qualche successo discografico e un matrimonio con un collega durato poco più di un anno.
Alla conduzione è stato confermato Alessandro Cattelan, presentatore di punta di Sky, oltre che attore e scrittore. Spetta a lui il compito, apparentemente di secondo piano, di introdurre i concorrenti incoraggiandoli subito prima dell’esibizione e consolandoli o complimentandosi con loro a seconda dell’esito. Il resto lo fanno proprio i cantanti dilettanti che vorrebbero diventare professionisti, proponendo la loro voce e la loro interpretazione in un percorso che diventa sempre più stretto.
La prima fase del programma manda in onda le “audizioni”, ovvero i primi provini dei concorrenti, che non si limitano a esibirsi ma concedono ai giudici e al pubblico larghe parti delle loro storie personali. Stando a quanto mostrato nelle prime battute, la cifra caratteristica della nuova edizione di “X Factor” è la varietà della provenienza dei concorrenti. Oltre alla nutrita schiera di dilettanti nostrani, molti arrivano dall’estero, chi da Cuba, chi ha origini filippine o cinesi, chi ha dovuto affrontare un lungo viaggio della speranza e oggi può raccontare di essere sopravvissuto. Anche sul palco di un talent show varcare i confini fa bene.
Non mancano le storie tristi o drammatiche, rispetto alle quali l’eventuale successo del concorrente di turno – ma anche soltanto la sua presenza sul palco – è già una riscossa. La possibilità di cantare fin dai provini pezzi propri serve anche a far emergere meglio le storie personali, capaci di destare la curiosità e il sentimentalismo del pubblico forse ancor più delle abilità canore. Vinca dunque il/la migliore.
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