Il paese del male, 152 giorni in ostaggio in Siria
La Siria è un paese che è scomparso, negli ultimi mesi dai riflettori mediatici del mondo. Dopo il rischio di un intervento militare su larga scala, dopo l'iniziativa spirituale e diplomatica di papa Francesco, sui giornali italiani di Siria non si parla più, se non - per pochi giorni e in modo frammentario - per rilanciare notizie di agenzia attorno a rapimenti o fatti di sangue troppo eclatanti per non essere pubblicati. Per questo è forse opportuno prendere in mano il libro "Il paese del male, 152 giorni in ostaggio in Siria" (Neri Pozza editore, 175 pagine, 15 euro) nel quale Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata raccontano i cinque mesi nei quali sono stati tenuti prigionieri dai ribelli siriani.
Quirico - storico corrispondente de La Stampa, responsabile degli esteri, inviato speciale in Africa e Medio Oriente - e Piccinin da Prata - insegnante belga appassionato della storia del mondo arabo-musulmano - ricostruiscono la loro personalissima esperienza, alternandosi come voci narranti e provando a descrivere "dall'interno" che cos'è rimasto oggi di questo Paese bellissimo, ma dominato dalla ferocia e dal male. Chi ha ascoltato Quirico nelle sue prime apparizioni pubbliche e chi ha letto gli articoli scritti immediatamente dopo il rilascio, non si stupirà di certi accenti interiori o spirituali, come l'inserimento delle vicende vissute nella categoria del Male con la maiuscola: "per aver diritto di parlare del Male - scrive il giornalista - di raccontarlo con decenza ed onesta, è necessario rispettare la regola che vale per il dolore: bisogna averlo vissuto, condiviso, pagato". Il 6 aprile scorso, Quirico e Piccinin da Prata passano il confine tra Libano e Siria, accompagnati dai miliziani dell'Armata siriana libera, gli oppositori di Bashar Assad. Pochi giorni più tardi i ribelli li consegnano a un gruppo di uomini incappucciati che, per cinque mesi, li terranno costretti in luoghi piccoli, bui e sporchi, sottomessi alla derisione, alla violenza fisica e psicologica, alla mancanza di pietà. "Il male è questo - spiega Quirico - sono gli atti di uomini privi di misericordia". C'è ancora molta collera, nella descrizione dei due ostaggi, ma anche un profondo e doloroso desiderio di capire.
Da dove nasce il male? Da dove viene quella forza contagiosa e inarrestabile, che coinvolge anche i vecchi e i bambini? Un libro che si legge facilmente, grazie alla penna incisiva degli autori, ma anche un libro impegnativo, perché costringe a pensare e aiuta a ricordare i tanti che, ancora oggi, sono ostaggi in questo Paese.
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