Che Dio mi aiuti
di Luca Raspi
Molti di noi si domandano con sana invidia come riesca, il prof. Luca Raspi, a essere anche saggista oltre che marito, padre e insegnante. Eppure ci riesce, e anche molto bene. Il 24 maggio, alle h 18, presso la libreria San Paolo, a Genova, presenterà l’ultima sua fatica, il cui titolo cattura e incuriosisce subito: “Che Dio mi aiuti - Superare lo stress nell’insegnamento della religione”. Splendido. Chi svolge la professione di docente non può che sentire un immediato desiderio di leggere questo breve e bellissimo saggio, il quale offre un aiuto pratico e stimolante nella prevenzione di un rischio al quale ogni vero insegnante è esposto: il burnout. Si tratta di un rischio davvero concreto, soprattutto per chi vive questo lavoro senza risparmiarsi. Cos’è il burnout? E’ una sindrome che, come afferma E. Gianoli, può comportare “esaurimento fisico ed emotivo con conseguente mancanza di risorse da offrire al prossimo; depersonalizzazione che si traduce in cinismo, freddezza e ostilità verso gli utenti; ridotta realizzazione personale a causa di un senso di inadeguatezza e incompetenza nel lavoro”.
Insegnare, infatti, è una professione d’aiuto, un lavorare per la crescita di altri, un voler (e dover!) coniugare l’erudire con l’educare. E’ un educare in primo luogo se stessi, un rinnovare continuamente il proprio approccio e il proprio linguaggio per andare incontro all’immensa varietà di cuori e situazioni con cui ci si rapporta. E’ un reinventarsi sempre, perché ogni classe è un universo. E’ un rialzarsi dopo sonore facciate, un mitigarsi per non sparare a colleghi che talora lo meriterebbero J. E’ un affrontare riunioni che potrebbero durare un decimo della loro durata e sarebbero ugualmente –anzi forse più- proficue, un affrontare alcuni genitori che vengono a “educare” i docenti anziché i figli, un incontrare ogni giorno sguardi stupendi di ragazzi che non devi, non vuoi, non puoi deludere.
Non sei il Messia, ovviamente, né ti è richiesto di esserlo, ma se insegni Religione devi portare un po’ del Suo profumo vivificante, soprattutto in un mondo in cui molti, troppi adolescenti e preadolescenti sono smarriti e feriti dalla vita, e si ritrovano ad avere un solo, unico e prezioso momento per esplorare il senso della vita: l’ora di IRC.
Il saggio del prof. Raspi esplora efficacemente il tema dello stress lavoro-correlato, derivante dalle condizioni di lavoro non sempre facili, così come da una visione antropologica che, mettendo in secondo –anzi direi ultimo- piano la dimensione spirituale dell’uomo, determina una più o meno consapevole svalutazione, da parte di ragazzi e colleghi, nei confronti dell’ora di Religione. E se, da una parte, tale situazione rappresenta per il docente una sfida ancora più forte e stimolante, dall’altra rende necessari uno zelo e un impegno di autopromozione non propriamente rilassanti.
Grazie a interessanti test di autovalutazione e spunti di riflessione che favoriscono il benessere, Raspi offre un aiuto reale a chi, vivendo con passione la vocazione di insegnante, desidera avere validi strumenti per prevenirne -e superarne- lo stress.
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