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Il Vangelo di domenica 21 luglio

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

Il Vangelo di domenica 21 luglio

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

I Dodici ‑ Terminata la prima missione in Galilea, gli apostoli si riuniscono attorno a Gesù e gli riferiscono tutto quello che hanno fatto e insegnato. Ecco il criterio in base al quale riconoscere i veri pastori: essi si tengono costantemente ‘in contatto’ con Cristo e la sua Chiesa. Poi, naturalmente, il lavoro aumenta e diventa spossante: gli apostoli sono stanchi, perché ‘non hanno più neanche il tempo di mangiare’; ma, accanto a Gesù, si ritemprano nel corpo e nello spirito: ‘Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco’. La presenza costante di Gesù, pur nel colmo della fatica della missione (famiglia, lavoro, parrocchia, apostolato, volontariato), è fonte di profonda consolazione e di serenità. Riposiamo in Gesù!

 

La folla ‑ Essa preme e urge da ogni parte, portando a Gesù e ai suoi apostoli problemi e miserie; essa chiede soprattutto una guida sicura e disinteressata per non cadere più come preda di sfruttatori e imbroglioni. Gesù si commuove per loro, perché ‘erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose’. Quelle che, sole, potevano rendere l'umanità una famiglia riconciliata e unita: l'amore, l'umiltà, la giustizia, il perdono, lo spirito di servizio, la pace, l'unità! Impariamo a non lasciare mai senza una risposta vera e compiuta chi ci avvicina: le mezze risposte, da che mondo è mondo, lasciano sempre il tempo che trovano.

 

Un popolo solo ‑ S. Paolo sviluppa un pensiero molto denso per chiarire l'azione di Cristo nel cuore di ogni uomo e di ogni popolo: ‘Fratelli, voi che un tempo eravate i lontani, ora siete diventati i vicini grazie al sangue di Gesù. Egli ha fatto dei due popoli (ebrei e pagani) un popolo solo, abbattendo il muro di separazione dell'inimicizia e delle prescrizioni, creando in se stesso un solo uomo nuovo e riconciliando tutti e due con Dio in un solo corpo’. La vera fatica apostolica è quella di ‘rifare un uomo nuovo’ nell'amore di Dio e del prossimo per abbattere il muro dell'egoismo personale e sociale, causa di ingiustizie, sopraffazioni, divisioni. Ora, si ha un popolo nuovo quando esso è composto da uomini veri e giusti.

 

Pastori nuovi - Questo splendido lavoro richiede pastori preparati dal punto di vista umano, con un progetto ben chiaro di uomo e di società, generosi nel dono totale di sé, numerosi e ben integrati fra loro. La situazione, da questo punto di vista, è drammatica. Molte comunità civili sono governate da persone o gruppi ‘fuori legge’ e senza alcun progetto valido; non poche comunità ecclesiali sono prive di pastori o guidate da pastori stanchi e demotivati. Se tutti i cristiani - dal primo all’ultimo fedele - non risponderanno a questa urgenza della Chiesa e della società civile, quale futuro ci attenderà? Oggi, più che mai, tutti devono sentirsi ‘pastori’, oltre che ‘pecore’, cioè in grado anche di guidare gli altri.

 

Fonte: Il Cittadino
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