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Il Vangelo di domenica 11 agosto

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

Il Vangelo di domenica 11 agosto

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,41-51
 
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

1 ‑ Pane dal cielo ‑ Il grande profeta Elia, perseguitato a morte dal re Acab e dai sacerdoti di Baal, fugge nel deserto. Non trova più scampo e decide in cuor suo di farla finita lasciandosi morire sotto un ginepro: ‘Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perc­hé io non sono migliore dei miei padri’. Ma un angelo dal cie­lo lo scuote e gli offre una focaccia con un orcio di acqua. Tornano le forze, si rinfranca il corpo e lo spirito. Elia cammina per qua­ranta giorni fino al monte delle rivelazioni di Dio, l’Oreb o Sinai, e lassù riconferma davanti a Dio la sua fedeltà intrepida di profeta.

2 - Il Viatico - La grazia di Dio - e soprattutto l’Eucaristia - è per tutti la forza divina e il cibo che sostiene ogni giorno i figli di Dio in cammino verso la patria del cielo. Per questo si chiama ‘viatico’, cioè il pane dei pellegrini durante il lungo viaggio della vita terrena: ‘Il tuo pane, Signore, sostiene i poveri in cammino’ (Salmo responsoriale). Anche per ogni uomo viene il giorno della prova suprema, che sembra spazzare via gli ultimi residui delle forze. In quei momenti cruciali a chi appellarsi, a chi chiedere soccorso se non a Dio? Ascoltiamo ancora l’avvertimento di Gesù: ‘In verità vi dico: se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, morirete tutti’ (Vangelo). Il cibo e la bevanda, che mantiene in vita l'uomo, è soltanto Cristo eucaristico.

3 - Il Tabernacolo - Nell’antico testamento si legge che Dio ha volu­to essere visibilmente presente in mezzo al suo popolo attraverso il cosiddetto ‘Ta­bernacolo’ o tenda del Convegno: segno della presenza del Pellegrino divino in mezzo al suo popolo in cammino verso la terra promessa. Anche l’evangelista Giovanni ribadisce nel Prologo che il Verbo di Dio, facendosi uomo, ha posto la sua Tenda, cioè il suo corpo in mezzo a noi. Ecco perché nelle chiese cattoliche di tutto il mondo c'è il Tabernacolo che custodisce il Corpo del Signore: Gesù è il Pellegrino costantemente presente, il Pane quotidiano a disposizione di tutti. Se­gno indubbio che, di quel Pane, c’è sempre bisogno! Ricordiamoci di visitare spesso e stare con il Signore davanti al suo Tabernacolo.

4 ‑ Due momenti ‑ Il nostro rapporto con Dio si sviluppa praticamente in due fasi: l'ascolto della Parola che nutre la fede, il sacramento dell’Eucaristia che rinvigorisce lo spirito. Così la grazia della fede ci conduce all’Eucaristia e il sacramento rafforza la nostra fedeltà alla volontà di Dio. Non basta, dunque, ascoltare la Parola di Dio nella Bibbia o attraverso la catechesi, ma è indispensabile ricevere la Vita di Dio nei due sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia: ‘Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, ­viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre’ - ‘Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo’.

5 ‑ Punti concreti ‑ Nella vita di troppi cristiani c'è uno squili­brio evidente: o ci si limita ad ascoltare la Parola di Dio senza accostarci ai sacramenti (confessione, eucarestia) o si ricevono i sacramenti senza l'ascolto vissuto della Parola di Dio. La cate­chesi e i sacramenti sono inscindibilmente necessari per un au­tentico cammino di fede, che consenta di vi­vere una vita morale veramente cristiana! Ci raccomanda Paolo: ‘Fatevi imitatori di Dio e camminate nell’amore stesso di Cristo’ (Efesini 5,1).

Fonte: Il Cittadino
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